mercoledì, gennaio 31, 2007
il bambino camminava con la testa china continuando a ripetere "in basso in basso in basso in basso".
è chiuedere gli occhi.
è perdere l'equilibrio.
è essere spinti.
è farsi convincere che è il posto giusto.
è saltare.
è cadere.
è chiuedere gli occhi.
è perdere l'equilibrio.
è essere spinti.
è farsi convincere che è il posto giusto.
è saltare.
è cadere.
lunedì, gennaio 22, 2007
photo by Ingar Krauss
"Chi lo sa che cosa ho voglia di fare? chi lo sa che cosa ha voglia di fare in genere la gente? come si fa ad esserne sicuri? non è tutta una questione di chimica celebrale, di segnali che vanno avanti e indietro, di energia elettrica nella corteccia? come si fa a sapere se una cosa è esattamente ciò che si vuole fare, oppure soltanto una qualche specie di impulso nervoso nel cervello? una minuscola attività secondaria ha luogo da qualche aprte, in un punto privo di importanza dentro uno degli emisferi celebrali, ed ecco che di punto in biancomi viene voglia di andare in Montana, oppure no. come faccio a sapere se ho veramente voglai di andarci e non sono soltanto un po' di neuroni che fanno fuoco, o qualcsa del genere? magari capita soltanto un lampo, per caso, nel midollo e di punto in bianco eccomi lì nel Montana, dove scopro che in realtà non avevo nessunissima voglia di andarci. se non sono in grado di controllare quello che mi succede nel cervello, come faccio a essere sicuro di quello che avrò voglia di fare tra dieci secondi, per non parlare di quest'estate e del Montana? è tutta questione di attività celebrale, per cui non si sa che cosa dipenda dalla propria persona e che cosa da un neurone che ha appena fatto fuoco o magari cilecca. non è per questo che tommy roy ha ammazzato quelle persone?"
[Rumore Bianco, Don DeLillo]
(ho sempre odiato le pagine piene di cose scritte da altri. solo canzoni, citazioni, libri. ma adesso sono così, leggermente incasinata e piena di parole nella testa, troppe per poter essere messe tutte in ordine e racchiuse in un penitenziario grammaticale. prendo treni, studio giardini, leggo libri mentre la gente finge di non vedere lacrime in metropolitana, ascolto musica mentre il mondo continua a produrre rumori. e *attendo*. forse me, o forse no.)
"Chi lo sa che cosa ho voglia di fare? chi lo sa che cosa ha voglia di fare in genere la gente? come si fa ad esserne sicuri? non è tutta una questione di chimica celebrale, di segnali che vanno avanti e indietro, di energia elettrica nella corteccia? come si fa a sapere se una cosa è esattamente ciò che si vuole fare, oppure soltanto una qualche specie di impulso nervoso nel cervello? una minuscola attività secondaria ha luogo da qualche aprte, in un punto privo di importanza dentro uno degli emisferi celebrali, ed ecco che di punto in biancomi viene voglia di andare in Montana, oppure no. come faccio a sapere se ho veramente voglai di andarci e non sono soltanto un po' di neuroni che fanno fuoco, o qualcsa del genere? magari capita soltanto un lampo, per caso, nel midollo e di punto in bianco eccomi lì nel Montana, dove scopro che in realtà non avevo nessunissima voglia di andarci. se non sono in grado di controllare quello che mi succede nel cervello, come faccio a essere sicuro di quello che avrò voglia di fare tra dieci secondi, per non parlare di quest'estate e del Montana? è tutta questione di attività celebrale, per cui non si sa che cosa dipenda dalla propria persona e che cosa da un neurone che ha appena fatto fuoco o magari cilecca. non è per questo che tommy roy ha ammazzato quelle persone?"
[Rumore Bianco, Don DeLillo]
(ho sempre odiato le pagine piene di cose scritte da altri. solo canzoni, citazioni, libri. ma adesso sono così, leggermente incasinata e piena di parole nella testa, troppe per poter essere messe tutte in ordine e racchiuse in un penitenziario grammaticale. prendo treni, studio giardini, leggo libri mentre la gente finge di non vedere lacrime in metropolitana, ascolto musica mentre il mondo continua a produrre rumori. e *attendo*. forse me, o forse no.)
giovedì, gennaio 18, 2007
don’t stand so close to me
don’t be another tragedy
I’ve burned everybody who had a hand to lend
[J. Ritter]
don’t be another tragedy
I’ve burned everybody who had a hand to lend
[J. Ritter]