martedì, gennaio 31, 2006

 
euro visioni

tante belle foto. sì. tanti sorrisi, tante cose stupide dette.
ma mai un attimo di imbarazzo. mai.
ed è una cosa che fa pensare.

poi capiamo che il numero di oggi è il 3.
già, e come avevo detto al telefono "il numero perfetto".
anche se entrambi non lo crediamo davvero. ma oggi è il giorno del 3. poco ma sicuro.

mostra. cappuccino. fotografia. blog. film. pennac. londra. scout. e tram.
e poi "addio". anche se Dio è solo un'istituzione.
già, e non ci sono riuscita.
non ho resistito bene come ieri.
ti ho mandato un sms "post".

e già,
un po sotto pelle.
a little bit.

lunedì, gennaio 30, 2006

 



again.
alone again.


ha una voce bellissima.
quasi l'avevo dimenticato.
bellissima. sì.
e ora devo trattenermi. sì, trattenermi dallo scrivere i miei sms post-ogni cosa. e questa volte devo farlo veramente.

music: have you ever seen the rain
sola. già, di quella solitudine in cui riesco a vivere da tempo. forse l'unica situazione in cui ho il coraggio di vivere.
perchè forse ancora non ci riesco. no, non ci riesco a vivere in nessun altro modo.

e questa voce bellissima.
è tra le cose che spero il Domani riesca a regalarmi. con il silenzio e con le parole.
già, anche questa voce.
bellissima
che mi lascio sopra la pelle.
proprio come una crema.
on my skin.
come la pioggia quando si infrange.

perchè sotto...under...sotto ancora no.
tanto lo so.
che io non ci riesco a non innamorarmi di tutti.
e sì, mi sono fatta male ancora.
ancora una volta. ma tanto io non ci riesco a non farmi male. non ci riesco.
e adesso dico no...dico no, no sotto pelle questa voce non la lascio passare.
ma non sarà così.
non ci riesco.
io faccio passare tutto sotto pelle.
sento dentro tutto. ad un livello strano. profondo.
sempre, cazzo.


like a white paper.
like a drop of rain.


music: speed of sound
canto solo sulle labbra. carico la foto del post e mi mordo il labbro.
trascrivo questi pezzi di parole.
li taglio delicatamente dai fogli su cui le ho scritte.
pezzi di gealach.
pezzi.

è malinconia.
niente lacrime.
basta punti
è dolore superficiale,
che accarezza
gealach

nuova luna questa sera
nuova
un piccolo pezzo



Everyone of us is high,
Everyone of us is low,
Everyone of us is here,
How about you?
Your eyes are closed,
Your head held low,
Your eyes are closed.

Everyone of us is high,
Everyone of us is low,
Everyone of us has hope,
For you.




music: ave maria - Mozart

domenica, gennaio 29, 2006

 
piego i fogli della lettera in quattro.
lascio scivolare la carta scritta nell busta.
busta che vorrebbe essere viola ma è un po' un viola "slavagiato", come direbbero i miei nonni.
indirizzo destinatario davanti
indirizzo mittente dietro.
chiudo la busta e la metto lì, in attesa di francobollo.
avevo promesso di scriverti.
e così ho fatto.
fatto.

sabato, gennaio 28, 2006

 
la cosa fa un po' sorridere. sì, sorridere.
è che ci sono periodi in cui leggi solo libri che sembrano non avere mai quello che cerchi. vedi film che sono carini ma non lasciano nulla dentro.
e ci sono periodi in cui trovi sempre le cose giuste.
in cui i libri li mangi, in cui i film, tutti, rispondono alle domande.

musica giusta.
colori giusti.
sguardi giusti.


sono tre giorni in cui mi trovo sommersa in uno di quei periodi in cui i film sono quelli giusti.
giusti.

non bussare alla mia porta.
don't come knocking.

giovedì, gennaio 26, 2006

 

mi fa incazzare questa storia del "gay movie".
è la storia di due anime e le anime non hanno sesso.

H. Ledger, intervista su Io Donna

penso che questo sia tutto.
penso non servano altre parole. è solo questo. solo brokeback mountain, solo la lacrimuccia che avrebbe potuto scendere se la scena finale del "ti giuro..." fosse durata tre secondi in piu.
e il film sembra dare tutto al punto giusto.

sala vuota il mercoledì pomeriggio. tranne una coppia di uomini, e una coppia di anziani. e io.
adoro le sale vuote al cinema. le proiezioni private.
adoro heath ledger anche, forse piu di jake gyllenhall. forse perchè è piu nascosto. perchè è solo occhi lui.

e niente altro. solo brokeback mountain. solo stivali e cappelli da cowboy. solo amore tra le righe. e forse solo vita. solo vita.



(ho iniziato il post pensando che avrei parlato della neve. della tazza di the. del silenzio imbarazzante della neve. ma mi sono lasciata "traviare".)

mercoledì, gennaio 25, 2006

 
And hey there, Mrs. lovely moon, you're lonely and you're blue
It's kinda strange, the way you change
But then again, we all do too

devendra banhart * little yellow spider

la tazza di the fuma. il mattino sul terrazzino.
quando il termometro tondo, da nave, segna meno cinque gradi.
fuma la tazza.
e rientrare è un abbraccio caldo svanito. nel silenzio.



sabato. mostra. triennale.

martedì, gennaio 24, 2006

 
dormo a terra, per quasi un'ora e in silenzio mi metto el cuffie. e le canzoni sono tutte delicate. senza cercarle.

modalità riproduzione casuale:

Devendra - will is my friend
Devendra - Chines Children
King of Convenience - Toxic Girl
Cat Stevens - Father and Son
Enya - Someone say goodbay

e sì, è incredibile quanto sia egoista la gente. si puo camminare per le strade piangendo e la gente neanche se ne accorge. o abbassa lo sguardo.
nessuno che abbia la forza di guardarti e regalare un sorriso. che possa far asciugare quelle lacrime. anche per un solo istante.
un solo istante.

è il freddo. il freddo ad ascigarle. a pietrificarle lì, dove sono. le ferma li dove stanno scivolando. e la luna ti guarda dall'alto e ci prova ad allungare il suo braccio. ma certe lacrime sono troppo pesanti. troppo.

e la notte poi non si dorme, sperando che qualcuno abbia voglia di sbirciare nel tuo sonno. ma non è quasi mai così. no.
e si cerca disperatamente di respirare.
forse è questo l'obbiettivo.
solo respirare.
perchè se si parla e si dice tanto. ma l'unica risposta è il silenzio. silenzio di accettazione. allora forse l'unico obbiettivo è respirare.
riuscire a tenere i lamenti nascosti.

e sì, gli eroi tragici hanno le loro fortune.
davvero.
sì, qualsiasi via scelgano trovano solo sofferenza e sconfitta.
ma hanno una colpa. una colpa e una pena. hanno una spada di damocle sulla loro testa.

e il mondo mai si volta. mai.
mai a vedere se si è caduti o no.
mai a vedere se le lacrime sanno scendere ancora.

e sì, Mad World arriva al momento giusto.
al momento giusto.
Gary Jules.
al momento giusto.


"le scrivo ritirata.
torni al prossimo appello. perchè lo so che ha studiato.
lo so. e sarebbe un peccato mettere un 18 come primo esame.
un giorno mi ringrazierà"

ma intanto alla gente dico, che c'era troppa gente, che mi hanno spostato al 7.
mento.
di continuo.


io devo pensare a Londra.

lunedì, gennaio 23, 2006

 
...l'educazione non è piu di moda, lo sapevate?

sabato, gennaio 21, 2006

 
"sei un po' bella quando studi...molto molto molto seria"

già, non sono mai stata "normale" per alcuni punti di vista. così tra le mille cose, non ho mai studiato in biblioteca. per una lunga serie di motivi. alcuni piuttosto stupidi, sì, molto alla maura.
ma sì sa...le cose cambiano e prima o poi. già, prima o poi.
come per il sushi. prima o poi. e per mille altre cose. prima o poi.
così, studio in biblio. anche se i vicini un po' chiaccerano troppo :P ma sono tanto tanto belli.
e scrivo un sms a simone. e, lo sai che sulla mia rubrica tu sei ancora Tr3nity?

e alcune cose sono strane da raccontare e questa mattina mi odiavo tanto. perchè alle volte mi alzo e odio tutto e tutti. e non faccio che rispondere male, odiandomi per farlo ma senza riuscire a fermarmi.
escendo con il cane e scatto foto agli alberi e ai rami. sono il mio obbiettivo del mese.
e nonna non fa che dirmi "cosa c'è?" e in realtà non c'è proprio nulla. nulla. ma come si fa a dire che si è incazzati per nulla?
poi mi trascino a fatica in biblioteca. a fatica sì. perchè sono stupida anche in qst....come ti ho scritto? ah, sì "...sono una maledettissima indecisa". ma dovevo. altrimenti avrei urlato tutto il pomeriggio o peggio sarei diventata la signora del Silenzio.
cosa assai figa, per la mia testa ma forse poco carina nei confronti di tutti gli altri.
e...e....sì, dai che tu lo sai. tu sei Linfa, già. e io ora non sono piu tanto incazzata.
vabbè....mi da fastidio quando sono così, sì, Cyn direbbe "zuccherosa". e sto diventando troppo zuccherosa. perderò il mio ruolo di cattiva...anche se, so essere zuccherosa ed estremamente cattiva.

...leave the night be...

giovedì, gennaio 19, 2006

 
aspetto che arrivi un post.
perchè lo avevo tra le dita ma poi...poi ho scritto un commento e l'ho lasciato tutto li forse.
sì.

così nella notte mi arrivano messaggi. e la prima cosa che ho pensato è che...sì, come ai vecchi tempi. che mi svegliavo e sapevo che mi avresti lasciato qualche parola tua. come un diario.
e davanti ai quei tredici pensieri, ho pensato che non avrei dovuto leggerli...avrei potuto lasciarli li. ad aspettarmi. così, quando scendeva il silenzio loro sarebbero stati li. ad aspettarmi comunque.
ad aspettare chi si addormenta la sera ma poi si veglia sempre nella notte. in un letto che da questa sera per le prossime otto notti non è il mio.
in quella camera che mi accoglie, delicata.
e nella notte ho chiamato chi dorme nella camera accanto. sperando non mi rispondesse...sì, che stesse dormeno così, sì, così potevo parlare tranquilla ad alta voce.

e leggere quei messaggi. sì, 1 per me. per me sola. e gli altri 12 a tenere compagnia...a sentirmi parte di pagine scritte con la mente, di pensieri che si lasciano catturare dalla tastiera del cellulare.
e io li davanti. a leggerli. in silenzio.
a pensare mille cose, a ricordare parti di un passato che da tempo non ritrovavo.
e mi manchi. l'ho capito davanti a quei dodici sms.
un poco. quanto basta per tenere compagnia.
e sono un poco piu felice. perchè...già, le cose cambiano.
qui da me e lì. lì.
lì da te.

e io torno un po ad essere quella che ero.
con le mie parole silenziose. con i discorsi nella notte.


mi sveglio e mamma mi scrive che ci sono 32 gradi. 32 gradi.
e un po' la invidio.
chi mi conosce abbastanza sa che io prediligo il freddo, la bussola che punta verso nord. e sentirmi dire che a Mombasa ci sono 30 gradi non mi fa venire invidia. no, per niente.
ma invidio tutte quelle ore in volo.
quelle ore che spaventavano lei così tanto...che io invidio.

mercoledì, gennaio 18, 2006

 
"tieni duro Fata...accovacciati nel mio grembo e attendi.
aspetterai li. dove solo io saprò vederti.
dove solo io,
saprò sorriderti.
tu attendi lì,
mia dolce Gealach.




come è andata? "alla francy".
sì, direi alla francy.
ottima idea. ottime musiche (il tocco finale con i Carmina Burana è stato perfetto) e sì, ottime coreografie.
sì, proprio niente male e chissà...magari torno anche a scrivere, dopo questa meraviglia.
solo 20 minuti, solo 20 minuti ma sono stati sufficienti.
e sì, io e il francy siamo proprio sulla stessa linea e già me lo vedo, che la prossima volta mi guarda strizzando gli occhi e dicendo "colti tutti i riferimenti?" e sì, colti tutti. ogni movimento di ek, di forsythe e certo...del grande Kylián.

e poi io ho rivisto Fabrizio. dopo tanto. e di quell'abbraccio iniziavo a sentire la mancanza. e il piccolo francesco, è stato proprio carino...io e lui non si andava molto d'accordo agli inizii invece. già.
invece.

le cose non sempre vanno come si pensava.
come si sperava
o
sognava.

e ora, io l'ho capito. ancora una volta.
devo tenere duro. non voglio piu essere stanca come prima di ieri. non voglio piu essere...tante cose che ero fino a ieri.
amen, mondo.
hai vinto ancora una volta.
tu.
e io rimango quì, tendendo al sicuro la Fata e sì, senza cielo a cui aggrapparmi.
ma sono Luna. sono Pioggia.
in fondo.

martedì, gennaio 17, 2006

 
ho camminato. ho respirato un poco milano.
ma non proprio come volevo io. già. non ne ero capace.
ho girato con la metro, sorridendo quando mi andava di farlo, senza paura di essere guardata storta. ho tirafo fuori la macchina fotografica. sì. davanti a tutti.
ho comprato un calendario con le fate. hho rifiutato "un goccio della mia bottiglia", offertomi da uno strano personaggio, che mi ringraziava per avergli lasciato aperta la porta dell'american book shop.
ho rivisto qualla bellissima Via Campo Lodigiano. la piccola via che ospita l'accademia della scala. ho sentito la musica delle aule, e visto la scala che porta su....dove anche io ho fatto l'audizione.

ho ritirato i miei inviti. quando fuori c'erano -1°. così racconatava il termometro di cadorna.
ho camminato dietro il duomo, alzando gli occhi verso il palazzo del turismo. già. la sopra. e milano aveva un cielo grigio. sì.
ho visto Malcom e sono "scappata" per non dover rispondere alle sue domande. io, che scappo. sì.
ho scelto tutte le vie meno frequentate.
e questa sera danza.

il balletto con il miglior titolo. e già, magari a nessuno interessa. a nessuno interessa sapere che mi ha chiamato il francy in persona, che ridendo mi ha detto che mi aspettava un invito in accademia. "ricordi il mio balletto a porte chiuse?".
e probabilmente a nessuno interesserà sapere che l'invito è bellissimo...che questa sera balla la Marta. sì, la mia Marta. che vedrò Fabrizio se tutto va bene. che dei "miei quattro ballerini" questa sera sul palco c'è Claudio, con Damiano. sì, l'amico di Fabri.
e poi c'è Bolle, sì Roberto Bolle.
e il mito della fenice.
già.
one-act ballet.
sì.
"the myth of phoenix"

e io adoro la fenice.



ora ho un po' freddo. sì. freddo per colpa di questo pomeriggio.
ma ne avevo bisogno.
anche di questa sera.
sì, ne avevo bisogno.
ne ho bisogno.
sono stanca io. un poco. un poco stanca.



fermati un secondo e
rifletti...
<

venerdì, gennaio 13, 2006

 
ascolto i Madrugada che mi ha regalato Irene. e ai piedi di questa voce....e dentro questa testa che mi ritrovo mi viena un po da dimenticare tutto.
tutto davvero.
tutto quello che ieri notte non mi faceva dormire, la fredda paura che nessuno ha sentito. tutto quello che ho nella testa ora, questa concetrazione che mi manca, questi sospetti permanenti ormai in me. tutto.
presente? fanculo a tutti e tutto.

solo che il brano non dura per l'eternità. io posso premere dinuovo play, fino a quando non saprò l'intera canzone a memoria, e poi l'intero cd. e, poi?
poi?

ma adesso il brano gira ancora, e sì....non rimane niente altri intorno.
no one, around.
nothing, around.


svuota la scrivania e sì, spengo il cellulare. per il tempo necessario.
e nella mente fermo qualsiasi cosa. capisco che le ali non le ho per davvero. che i miei occhi rimangono quelli di ogni essere umano.
e il brano mi abbandona....
veloce la mano corre.

industrial silence
play, ancora una volta.
ancora una volta.

e tutto torna vuoto come prima. il vuoto di cui ho bisogno.
perchè mi fa male la schiena. perchè questa voce mi chiede solo di concentrarmi su di lei.
perchè i pensieri iniziano a cigolare facendo un po male. e non facco che togliermi dalla testa quei pensieri. e a chiamare alla mente la sera del cinema da sola. dei "colori intimisti" de le ricamatrici.

voglio viola.
voglio tutto il viola del mondo.
dentro.
per dimenticare.
per ricordare.
per imaparer e consocere di nuovo.
voglio un foglio bianco.
un fiore che profumi
di cannella.
voglia una
voce amica.

nobody. nothing.

giovedì, gennaio 12, 2006

 
intanto preparo il cavalletto.
mentre il video registratore fa il suo dovere.

questa sera luna piena.
e cavalletto.


...perchè sono costretta ad immaginare
distese d'erba,
a ricordare le carezze dei prati suoi
piedi nudi....e ad amare
spasmodicamente il profumo
di mora dello shampo?

martedì, gennaio 10, 2006

 
...ci sono luoghi in cui le fate non possono posare piede.
ci sono centimetri in cui le fate non possono neanche sbattere le ali.
no.
le fate come me poi.
e c'è quel parco. quello che tu chiamavi "il mio parco".
io sono fata di pioggia. di luna. e di parchi...ma no, quello no.
e da subito l'ho saputo. da subito lo avevo capito.


ho mille altre parole. ma non è posto questo...cosa stupida, no?
no, non è posto questo.

 
è come rugiada.
è rosa bianca.
è carezza.

il silenzio del cielo.
raggio di luna.


sussurri in questa casa vuota. Lotus gira lento, e la musica sembra uscire da un sogno in cui il tempo non ha regole.
si chiude il primo volume di Narnia e lo si passa al fratello. il segnalibro non fa che spostarsi, da pagina a pagina da volume e volume.
e così, già.
...when king Peter....
Peter. si inizia da Peter.

da qualcuno si deve pur sempre iniziare.
e sono giorni in cui il pensiero inizia sempre, dallo stesso punto e non arriva mai a destinazione.
e magari non c'è neanche uan vera destinazione.
come la storia. chissa dove andremo a finire. e io...io...l'ho iniziata. chissa chi la finirà.

e sì, altra mattina silenziosa.
altra mattina senza libri sotto gli occhi.

e sarà una notte di luna.
questa.
altra luna piena.
dopo tante passate.
altra luna piena.


Litlle Baby,
i was here.
before and before.
i was sit here.
waiting in silence.

domenica, gennaio 08, 2006

 
gioco con il metallo.
lo sgabello della scrivani cigola....tanto.

"sai qual'è la differenza?
è che per me...triste dirlo forse...
per me non drovà lottare."

venerdì, gennaio 06, 2006

 
(gondor's tree)

come?
come si fa ad aiutare un albero a far ricrescere le sue foglie?

come?
come si puo rigenerare una Stella?
perchè le stelle, no, non cadono mai....mai. traballano, si sbianciano e alle volte non si fanno vedere, ma mai mai cadono.

giovedì, gennaio 05, 2006

 
mamma vede due lacrime cadere.
e parla....

e ho qualche domanda sai? già.
qualche domanda.

io cosa voglio? cosa? e cosa mi merito? cosa? e se qualcosa mi merito, perchè me la merito?

e poi....bha, il file "Maura" nel tuo cervello, è legato alla vecchia vita che vuoi dimenticare e allontanare o è un file che ancora tieni sulla scrivania, senza decisione?

io voglio fare il secondo buco. sì.
e penso alla Stella. ne ho una sul dito. per ricordare. per pensare meglio.

mercoledì, gennaio 04, 2006

 
è che se ci penso, realizzo che è tutta questione di secondi. che se sapessi stare in silenzio tre secondi di piu di quanto riesco, tutto sarebbe diverso.
e in quel secondo, in quel secondo in cui mi ritorvo collegata con il passato...bhe capisco e vedo.
già.
le cose di cui ho paura?
bha. eccole li in fila le mie paure. e quello che sono stata?
sola.
per tutto il tempo e forse non era del tutto una mia decisione.
dove sta il punto?
che io, io che ho sempre visto al gente scappare da me....ne sono spaventata ora. ora che per una volta sento che qst solitudine è un poco meno fredda.
già.
su questa strada ci sono solo io.
Donnie lo dice. si nasce e si muore soli. ed è uan cosa in cui stupidamente credo.
ma sì, qualcuno mi aveva visto, riflessa in uno specchio.
in cielo qualcuno aveva visto il mio riflesso e si era abbassato fino a me per cercarmi.
e lo sta facendo ancora.
e io?
io che sempre ho visto la gente allontanarsi ora, ora ho solo paura di regalare motivi per scappare.
e se mi volto, vedo gente che si chiede dove sono. gente che...che sì, che si chiede di me.
e io, già. sono scappata io.
sapevo di esserne capace. lo sapevo.

e adesso?
ora abbasso lo sguardo verso le mie all stars nere, ho delle stelle anche ai piedi. accompagnano ogni passo.
già.
ci sei tu ora. ora.
se imparo a stare in silenzio qualche secondo.
già
e sono stanca anche io. stanca di me. stanca di dire scusa. scanca di farmi perdonare.
ma ho due Stelle ai piedi e una tatuata sotto pelle. già Elen.

martedì, gennaio 03, 2006

 
avrà sempre il volto rivolto altrove.
già.
e io ho sempre paura a scrivere qualsiasi cosa, qualsiasi pesiero perchè spesso le mie parole vengono marchiate a fuoco sulla roccia. e semplicemente diventano realtà.
di granito.

seguirò la tua
ombra.
rimarrò al tui
fianco.
ma mai il tuo
sguardo
guarderà la luna.
mai.
come stella,
ignori la luce
della
luna.
nemica.
seguirò la tua
ombra.
rimarrò al tuo
fianco.
per sempre.


e mi tornano alla mente, regalate dal sonno e della notte, frammenti di giorni. elenchi di pensieri.
come il boccolo perfetto di Matteo*, la federa di quel letto non mio che mi faceva sentire a casa, come la Stella dagli occhi chiusi che guardavo in quella notte dell'ultimo giorno del 2005, come quel triangolo di pancia nudo che faceva venire freddo a me.
e penso a papà.
sì, penso a mio
papà.

una lacrima corre lenta e calda.

domenica, gennaio 01, 2006

 
alle volte dentro sento una strana sensazione che solo suoni innaturali alla mia lingua potrebbero alleggerire.
di poco.
solo che il mio inglese è pesante. pesante.
e sì, è una sensazione strana, quella che si forma dentro.
deep in this body that is not mine.
è il pensiero che alle volte vorrei essere montagna, troppo forte da essere schiacciata. da quei pensieri tremendi che si creano nell'aria.
vorrei essere puro vento, tanto da non poter mai essere ostacolata.
vorrei essere cielo, cielo blu notte.
per saper accogliere luna e stelle nel contempo.
Luna e Stella.

the only things i could do is wait,
wait and
listen.

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