lunedì, agosto 30, 2004

 
"Parole di Burro" in sottofondo.
disarmami
sì, è la parola giusta...
qst foglio, per quanto elettronico sia, bianco e pieno di insidie mi spaventa.
Senza timore aggiungo che lo fa proprio come un folgio di carta, di quelli belli che si tengono nelle mani, quelli che ti arriva per posta...

Sono a casa da sola, e la cosa inzia a piacermi.
No, nn è la prima volta ma nn sono mai risucita a viverla in questo modo.
La notte dormo nel lettone di mia madre, con il cane a fianco proprio come fosse una persona,
la mattina apro le finestre e faccio colazione, in silenzio.
Prendo la posta da sola, e decido io quanto mangiare.

Sì, sto iniziando a parlare da sola, in ogni dove, e con qualsiasi cosa. Ma tutto sommanto l'ho sempre fatto solo che ora ho la libertà di afrlo ad alta voce: in bagno mentre mi lavo i denti, in cucina mentre pulisco le zucchine e con il cuscino del divano che sembra sempre nascondersi, con la nuova coperta che puzza ancora di Ikea, con la tv che nn trasmette mai nulla di interessante quando mi ci metto davanti.

Non rispondo al telefono, le poche volte che lo sento lo lascio squillare indifferente, facendo finta che nn sia il mio.
E poi questi maledetti compiti...no, nn li ho ancora finiti e inizio ad avere dei dubbi sullo svolgimento delle versioni di latino.
Conoscendomi le apriro solo per leggerle, forse arrivero a sottolineare i verbi e poi...burro, signori....



martedì, agosto 24, 2004

 

Ebbene, sono tornata...
datemi qualche minuto e trasferisco le foto della montagna sull'altro blog:
http://www.lotusprova.blogspot.com Posted by Hello

giovedì, agosto 05, 2004

 
La pioggia rende tutto così chiaro.
Tutto così, maledettamente
semplice.

mercoledì, agosto 04, 2004

 
Come delle contrazioni troppo ravvicinate, proprio in questo modo.
Il cielo cerca di mandare segnali luminosi, verso di noi.
Probabilmente ulri di terrore, messaggi di aiuto. Che noi non comprendiamo.

Una casa vuota, Crossing Jordan, che rimbomba, leggero elggero per la casa.
Un'aria soffocante, spezzata da un soffio umido di vento che arriva dalla finestra, anche lui con il suo messaggio di pioggia. Sperata, chiamata e desiderata.
Un canto. In attesa di un solo canto, quello della pioggia, lacrime di un cielo che non sa piu come dirci quanto sta soffrendo, quanto si sente escluso da tutto.

Schizzi bianchi elettrici, leggermente rosa, che non fanno che farmi tornare in mente le giornate a Monaco di Baviera, le ore in attesa al museo per vedere gli esperiemtni sull'elettricità...uno spettacolo meraviglioso di cui ricordo solo i colori e le spigazioni incomprensibili dei fisici tedeschi.
Tutto questo, su un panno di velluto bluastro, anche lui indeciso su quale colore inclinare: blu notte? Viola scuro?

Poi il blu mi catapulta a sabato sera, chiusi nella mini cooper rossa che arrivava da Roma, solo per raggiungere - e perderci- nei pressi di Solaro, mentre si tentava invano di raggiungere un locale, che sarebbe poi stato pieno, che ci avrebbe accolti dopo un'attesa interminabile fino a mezza notte.

Il cielo sembra proprio sul punto della rottura.
Come se si stesse tenendo dentro tutto, in attesa di piccolo segnale,
minimo, questione di secondi,
Il principio della fine e l'inizio di tutto.
Forse basta spalancare la finestra, affacciarsi e dire "wow, che bei fulmini"
E tutto finirebbe, o tutto potrebbe inziare,
dipende dal punto di vista.
Una crepa, una ferita aperta, leggera e pronta al collasso.




lunedì, agosto 02, 2004

 
Probabilmente dovevo essere solo una fallita,
che doveva solo dormire e fingere di vivere per tutta
la vita.

Probabilmente hanno sbagliato e mi hanno dato un paio di occhi che vedono piu lontano di
quanto dovrebbero vedere.

E' come essere un fallito fallito.
Un prototipo uscito male.



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