sabato, marzo 25, 2006

 
dove sei?

dove? dove?

ho bisogno di Te.
Ho bisogno di Te, lo capisci?

stanca, sono stanca. è adesso, adesso il momento. perchè mi manchi troppo. stanca, sono stanca.
ho bisogno di Te adesso.

allunga la tua mano ti prego, allungala ora.
perchè non ce la faccio piu ora. ora basta.
ho dentro troppo. ho dentro troppo.
e ho bisogno dei tuoi occhi. dei tuoi occhi su di me.



dove sei?
dove sei?

ho
bisogno
di
Te.
Te.
Te.
Te.
Te.
Te.
Te.
Te.
Te.
Te.
Te.
Te.

mercoledì, marzo 22, 2006

 
l'aria era piu calda oggi, di quel caldo che ti fa star bene seduta sulle panchine del chiostro.
con il cielo viola la sera che ti fa uscire di casa.

sogno ad occhi aperti.
voglio un abbraccio bagnato dal cielo,
voglio un bacio dalla
pioggia.
sì, un bacio delicato e
caldo.
un bacio tuo.

martedì, marzo 21, 2006

 
Had To Find You
Tell You I Need You
Tell You I Set You Apart

Tell Me Your Secrets


ci ho provato gia tre volte a scrivere un nuovo post, ma nulla.
nulla, nulla di nulla. ho scritto una decina di righe e le ho cancellato.
la prima volta come la seconda.
la terra ho fissato le dita immobili davanti a questa tastiera.
e dentro ho davvero voglia e bisogno di scrivere...ma sembra proprio che l'unica cosa che so fare è "copia e incolla" delle tre righe quì sopra. che non sono neanche mie.

sono i Cold Play.
nell'Ipod, dopo i Sigur Ros e prima degli Avenged Sevenfold.
e no, non soffro piu tanto quanto prima, anche se un pensiero involontario parte.
è involontario.
è che il passato non si cancella, si supera si vuole. ma non si cancella.
e il bello è questo.
è superare, apprezzando e ricordando.
forse.

domenica, marzo 19, 2006

 
Ivy: Why can you not say what is in your head?

Lucius: Why can you not stop saying what is in yours? Why must you lead, when I want to lead? If I want to dance, I
will ask you to dance. If I want to speak, I will open my mouth and speak. Everyone is forever plaguing me to speak
further. Why? What... good is it to tell you you are in my every thought from the time I wake? What good can come
from my saying I-- I sometimes cannot think clearly, or- or do my work properly? What gain can rise from my telling
you... the only time I feel fear as others do, is when I think of you in harm? That is why I am on this porch, Ivy
Walker. I fear for your safety above all others. And yes... I will dance with you on our wedding night.




ho visto The Village.
il sole ormai è caduto, anche per oggi. e ieri sera tornando alla macchina dopo aver chiaccherato per un'ora con un ragazzo conosciuto al backstage e dopo non-aver avuto il piacere di vedere fuori dalla scena Darcy Bussel...ho avuto una paura marcia a tornare alla macchina. e io non sono una grand paurosa.
ma lì, cavolo.

e, già, Darcy balla a Londra, proprio nei giorni in cui ci sarò io a Londra.
e nello stesso periodo in cartellone al Royal c'è anche Sylvie.

giovedì, marzo 16, 2006

 
litigo con queste nuove cuffie apple.
io ho le orecchie troppo piccole. e giancarlo se la ride come un pazzo tu hai i piedi ridicoli da fata come le orecchie e ride. di gusto. ed è così bello quando ride così, con il cuore in mano.
perchè piano piano stiamo imparando a stare bene.
anche se non lo si vuole, lo si fa.
anche se le cicatrici ancora non si sono rimarginate, si torna a ridere con cuore. ogni tanto.
solo ogni tanto perchè è un adolscente. ed è maschio. sì, sopratutto è maschio.

così questa mattina, mattina post incidente ferroviario, novate - bovisa e poi bovisa - cadorna.
e sul treno, fermi a bovisa ho riso. con nelle orecchio gli avenged sevenfold, ho riso. senza cattiveria, di quella ragazza mora rimasta chiusa sul treno a Fiera. che non è riuscita a scendere in tempo.
che stronza!

ho ascoltato dieci volte tutti e due i brani degli avenged, e sono stata meno male del solito. già.
e questa mattina è stata una mattina strana, e su milano cadeva una pioggia leggera leggera, come una carezza di rugiada.
e la lezione di arte medievale l'ho passata a non ascoltare la professoressa. ho scritto sei colonne sul foglio degli appunti.
e ho scritto a Fabrizio. e ho scritto a Simone, per l'ostello a Londra.


chissà quante gocce sono cadute oggi.
chissa quante hanno toccato terra e quante sono state carezza su visi sconosciuti.
chissa se il ragazzo piu Bello della Cattolica è stato baciato da una di queste gocce o no.
chissà quanti passi hanno calpestato i miei passi.
chissà se in quell'aula mi sono persa tante cose, mentre io mi perdevo nel mio di mondo.

perchè nel mondo reale faccio fatica a starci per troppo tempo.
non ci riesco.
almeno non qui e non ora.
ho bisogno di una naso chiuso in un libro.
e di musica per quando sono in treno, così da poter vivere le vite degli altri in pace.
e ho bisogno di camminare ascoldando il mondo, fuori. perchè quando cammino non posso avere musica nelle orecchie. nè di giorno nè di sera.


e chissà quante volte i miei occhi si sono posati sullo stesso granello di polvere.
chissà quanto vivo quì e quanto no.

e penso a Londra, non riesco a farne a meno.
non ci riesco.
è piu forte di me.

come scrivere,
come pensarTi,
come sentire dolore dentro
come alzare gli occhi
e
sognare.

martedì, marzo 14, 2006

 
sonoo le sette e mezza e io ho gia cenato.
alzo la musica e lorenzo deve urlare per coprire il mondo, altrimenti questa sera esplodo.
o no.
no, forse non esplodo. forse mi asciugo, lasciando solo i vestiti, proprio come il video dei ColdPlay.
dovrei solo scegliere. ma lascio che questa musica e queste parole siano un muro, per proteggermi dal mio destino imminente.
mi ci protteggo dietro.

perchè fuori il mondo parla una lingua che questa sera proprio non conosco.
come se stesse urlando troppo da confondere i suoni, tanto che le parole si scindono e si clonano senza motivo, senza logica. ma lui continua ad urlare.
senza neanche accorgersi che sta urlando troppo, questa volta troppo.


e la luce in sede centrale oggi era bellissima. e ho incrociato il ragazzo piu bello della cattolica. sì, anzi Bello.
e mentre sorridevo tra me per i pensieri scemi, sul fatto che fosse il piu Bello, mi sono accorta che era proprio uguale a Francesco.
sì, il mio mister F.
proprio come lui, un po' piu alto forse.
ma in fondo è tanto che non vedo Francesco. tanto.

e ho voglia di biblioteche vuote, di silenzio da edifici vuoti. ho voglia di camminare nel buoio sperando di non incontrare nessuno.
voglio essere una goccia di pioggia in mezzo al temporale.
una goccia di pioggia dentro il temporale.
una goccia di pioggia dentro il temporale.



solo rumore, solo rumore.


e domani, lezione di storia alle 8,30. e tornerò a casa per le 19,15 e sarò stanca, piu di questa sera.
spero che questa stretta alla pancia non ci sia piu, spero che il sole di domani, mi abbia un po' fatto imparare la lingua del mondo.
perchè Babele è quì, in questi metri che ci dividono, tra i sospiri ravvicinati nel treno delle sei, tra me e questo schermo e in questa carne.
questa carne che mi aiuta a comunicare

giovedì, marzo 09, 2006

 

mi accascio sulla sedia della cucina e la casa mi regala il suo silenzio.
il silenzio della casa che sa di sapone umido, quello della lavatrice, e che regala luce a sufficienza o insufficienza.
la radio la accendo solo dopo.
solo dopo.

la macchia viola dei miei capelli si allarga, piano piano.
mi siedo quì davanti, dopo tanto che non lo facevo. e forse non ho tante parole come pensavo. no, forse no.
il cantante di bad day, che non mi ricordo come si chiama ora.
e forse non mi sforzo neanche tanto per pensarci.
ho saltato tre lezioni oggi.
dio ieri ero a pezzi.
dalle otto e mezza in università. e alle otto e mezza mi sono trovata addormentata.
ma ne valeva la pena, sapete?

lo scalone d'onore di largo gemelli alla luce delle sei e venti è magia pura.
è meraviglia.
e niente foto.
perchè non ci riesco, perchè rovinerebbero tutto.
perchè quelle vetrate così belle dentro una macchina fotografica io non ci riesco a metterle. e sarebbe bello portarci tipo Umberto lì.
le mie dita mi strappano un sorriso rileggendo la frase...sì...sorrido ad immaginare quegli occhi li davanti.
poi magari piace solo a me.




abbasso gli occhi un po su tutto.
la sai una cosa, sì tu. la sai o no?
che io penso ancora a tutte le cose che non ti ho detto.
e dentro continuo a chiedermi come fare.
sì, cazzo, come fare con tutte le cose che non abbiamo fatto? con tutte le cose che dovevi dirmi ancora? con tutto il male o il bene che ancora dovevi farmi? come folletto?
poi è bello però.
vedere che la tua città si costruisce piano piano.
e c'è un piccolo granello mio li dentro. piccolo e che ormai non si vede. ma è meglio così. è cosi che doveva essere ed è così che è stato.




Post Scriptum
la di già discussa "coincidenza veronesiana"....bhe, come avevo fantasticato io ho incontrato l'autore di quelle bellissime foto. cioè, il giovin ragazzo che ho "conosciuto" sul treno e che ho "rincontrato" alla mostra del premio pezza, è e ripeto è l'autore di quelle bellissime foto.
la mia "coincidenza veronesiana" è un fotografo che al premio pezza presentava le foto che piu mi sono piaciute tra tutte.
direi che come "coincidenza" è perfetta.
complimenti a Rafelio Vertaldi :)

giovedì, marzo 02, 2006

 

sto leggendo parecchio. e passo tanto tempo a guardare la gente che vive come me tra quelle mura. e sì, esiste un tempo dell'università e il resto del tempo. perchè non è come il tempo della scuola o delle scuole in generale. è il tempo dell'università.
e probabilmente nel mio caso è il tempo della cattolica.
poche storie.
il tempo della cattolica.

e sto leggendo baricco. il penultimo suo libro che non ho letto. city. e non so bene come ma sto riuscendo a leggerlo. in piedi mentre aspetto di poter entrare a lezione. seduta scomoda an aula G.027 che cazzo non riuscivo mai a trovare e poi era lì. sotto il mio sano. sotto il mio naso.
e probabilmente sto sempre sola a lezione perchè ho sempre il naso incastrato tra un libro.
e non faccio fotografie, sai? no. ancora no. per un attimo. e non sai quante fotografie ho gia visto. nel senso dentro, dentro questa testa, dentro questi occhi.

e cavoli, ho voglia di dimenticarti. non te l'ho ancora detto, ma ho voglia di
dimenticarti.
smetterla di arrabbiarmi se non ti fai sentire. o cose così. non lo meriti anche da me e io non lo merito. da te. o da chiunque.




ieri sono tornata a casa e li ho trovati lì.
in una bella busta gialla, di quel giallo busta.
erano li ad aspettarmi.
i biglietti. sono arrivati.


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