giovedì, settembre 29, 2005

 
"mi piace quando mi fai queste domande...
as-tu quelque chose à me demander?"


scelgo un posto a caso di questo pomeriggio
scelgo il silenzio delle cinque di un giardino così
trascino la sedie e porto la macchina fotografica, niente telefono. no niente telefono.

poi la sera si interrompe.
con il suone di parole lontane.
e gli occhi hanno immagini di cieli magnifici. il porto.
poi ci sono le domande. i chiarimenti che iniziano e basta e cadono
tra i ricordi di lettere spedite e di cartoline in bianco e nero.
je ne le sais pas
non so cos'è.
ma succede e basta.

com'è che dicevi? in quel tuo francese meraviglioso?
la vie est belle,
ne - c'est pas?


io aspetto quei frammenti. quelle lettere.
aspetto.

martedì, settembre 27, 2005

 
"nonna, senti: se riescoa sistemare tutto quì, poi vengo qlc gg da voi"
"no, sì...devi riuscirci. devi riuscirci."



la comunicazione è una delle cose più complicate.
e l'ho sempre saputo. questo blog non è nato per comunicare. no, affatto.
è nato per me. è l'atto piu egoistico che sono risucita a compiere in questo 20 anni. penso.
e spesso la gente apre i blog e pensa "cavoli, che coraggio questo. parla di sè qui. dove tutti leggono." e come pensiero è sbagliato. almeno in questo caso.
la maura non è quella nascosta tra queste righe. o almeno non sempre. i post sono pieni di me, ma sono anche il ritratto di un momento particolare. di una calda rabbia. di una soffice depressione. di un abbraccio. di un sogno e di un desiderio.
e non sempre ci sono messaggi nascosti dietro a qst righe. già spesso sì. ma non sempre.

oggi ho visto un'altro film. già un altro.
ed è di quelli che si devono tenere a casa. per poter avere la sicurezza che esistano davvero.
e ora devo recuperarne una copia. assolutamente.
e voglio anche il poster. insieme a quello di hamlet, di kill bill 1, di io ballo da sola. e probabilemnte molti altri.
harold and maude.
e tutti dicono che sia un inno alla vita. sarà.

ho scaricato gli orari dell'università. ho letto i tuoi messaggi. ci ho pensato tutta la notte. ed è stato difficile scegliere. ho ritrovato la macchina fotografica. ho bevuto due tazze di the e ho ascoltato gli sfoghi di mio fratello. mi sono alzata alle dieci e trenta. e ho ancora sonno. ancora. il cielo è proprio quello di settembre e a me settembre piace da pazzi. non riesco a non pensare a NY. e ho un'elenco infinito di cose da comprare che so già non potrò comprare tutte. voglio il folletto sulla luna che abbiamo visto l'altro giorno, anche. e ho uno spasmodico bisogno di cat stevens.
e di lettere. o della lettera.

lunedì, settembre 26, 2005

 
e adesso piango e basta. o almeno ci provo.
e huter esce, sa che oggi la maura è trasparente.
i fratelli dormono e per fortuna non vedono lacrime. in questa casa. in questo castello maledetto dagli orchi e posseduto dalle streghe.

e non trovo più la macchina fotografica.

e dentro ho un vuoto incolmabile.
in testa una sola frase, una sola. "qualsiasi cosa succeda, qualsiasi persona si avvicini. qualsiasi sorriso. qualsiasi segreto. io sarò sola."
frasi in cui credo e che continuo a ripetere come preghiere fatte in casa.

non ci sono fate perfette quì. non ci sono pioggie che cantano. e non ci sono lune piene. mi spiace.
l'ottimismo non è per me.
è una maledizione che ho creato io. con queste mani che odio. con queste parole che pensano di essere migliori di quello che sono.
e questo blog che non è altro che una bandiera di egocentrismo in cui non mi rispecchio.

io non vivo sotto questa bandiera. io non vivo sotto nessuna bandiera.
io vivo e basta.
io vivo sola. sola, come solo so fare.
perchè io mi sono creata così. perchè in fin dei conti è così, solo che posso essere. e l'amore, quello in cui ci si perde io posso solo leggerlo. io posso solo inventarlo con le parole e con l'immaginazione.
e il mondo è questo. imperfetto come puo solo essere.
e io amo le persone tutte. già simo. tutte.

e ora, ora mi pento solo di non aver fatto quelle valige.
di non aver preparato quegli scatoloni.
perchè questa vita.
fanculo.
e non mi servono appigli, mi spiace.
è che forse se partivo non trovavo nessuno. forse non conoscevo nessuno.
perchè se al mondo nessuno guardasse verso di me, se nessuno vedesse questa luce. se per una volta le mie parole, le mie mani, i miei silenzi fossero NULLA. allora forse sentirei meno dolore.
forse
forse sentirei piu compagnia.

ma ci sono giorni in cui mi avvicino troppo. avvicino troppo al dirupo della vita.
e oggi sono proprio lì a camminare su una lama con vuoto da una parte e dall'altra.
ma sono stanca di spiegare. stanca di usare queste parole per dire quello che sono.
arriverà qualcuno che saprà vederlo da solo. senza parole di spiegazione. senza musica di sotto fondo.
sono solo così.
galleggiante in questo fango di fiori blu.

sabato, settembre 24, 2005

 
mentre si beve il the, e il sole crea strane ombre sul muro bianco, faccio strani incontri.
con al strega e la fata che abitano in questo corpo.
e invece di trovare il nome delle stelle scopro il nome della strega.
e la fata era da un po' che lo urlava.
da quella pagina.
da quel libro.
da quel viaggio in treno.

da quel 27.07.05.
profumo di pesca\e\sapore di mele.\davanti agli occhi\l'ombra di un angelo\e tra le mani\solo il\mio\viso.

il maestro di vela seduto quì davanti aspetta la sua fermata leggendo fumetti, marco seduto accanto canticchia a bassa voce ascoltando la radio e scatta qualche foto con la mia macchina.
Ianto rimane quì a dormire sulle mie gambe in attesa di essere letto.
e appena apro la lettura si fa grigia. e le pagine puzzano di morte.
ma a me piace, proprio perchè è così.

->* Mòrrigàn,
signora del massacro, grande regina della morte,
portatrice di lotta e devastazione
nella tua figura diabolica
tu che su ali d'inchiostro rivendichi il diritto
di sterminio, rubando la vista e gettando solo ombra
con il tuo volo sinistro

venerdì, settembre 23, 2005

 
le nostre vite si sono incrociate
il tuo spirito mi ha
baciato
la fronte
e queste labbra bianche.

mi hai accompagnato
all'altare
e mi hai consegnato
il mio destino

e così hai assaggiato
il mio sangue.
quando ero io a volere
tra le labbra il tuo.

la mia vita.
il tuo bacio.
il mio pugnale
il tuo amore
il mio sangue

giovedì, settembre 22, 2005

 
"ciao maurina...il colloquio è andato bene...e domani inizio! troppo contento..."


in quel posto di "fighetti" ci sono stata. mi sono immatricolata tra quelle mura che trasudano silenzio. anche se poi c'è casino. tra quei chiostri ci abita il silenzio.
e io ho pensato ad alberto tutta mattina, e ne ho anche parlato...e sapevo che mi avrebbe scritto. lo sapevo. e così è stato.

e forse aveva ragione il folletto. forse inizio a diventare una strega. piano piano.

e qst mattina è perdersi a milano e ritrovarsi in santa maria delle grazie senza accorgersi. è trovare la cattolica. è perdersi in quel labirinto e farsi rubare una penna. cazzo, la mia bic nero rubata da un fighettino che si vuole iscrivere a qlc facoltà economica. la mia penna :(

e poi è il duomo nascosto. è via dante e malcom o malick, come cavolo si chiamava. sono le foto nuove in via dante. è lo spizzico e la maura che si mette in piedi sulla sedia per uscire. è cadorna e la sua prova di evaquazione (domani). è il carabiniere dai capelli rossi che sono sicura faceva judo con la maria. è il tipo con la felpa rossa che parla da solo ed è la confusione di non capire nulla sui piani di studio.

ma poi è una lettere scritta e consegnata. è la libreria dello spettacolo e il calendario di danza 2006 che devo andare a comprare. è il silenzio della cattolica ed è il messaggio di alberto.

mercoledì, settembre 21, 2005

 
a casa c'è un po' di nervosismo. colpa del torcicollo della mamma e del fratello che ha come camera un buco nero.
ma io non voglio farmi coinvolgere.
no questa sera no.

per il pacco che è caduto dal cielo.
già. e so che suonerà meglio a te che a me. ma è giusto così. e quelle parole. è una musica, sì. tua. le mie mani l'hanno scritta ma è tua. punto. sì, proprio quella macchina orrenda che a te piace e a me no :) proprio quella. punto.

per quel parco. e per quell'orecchino che ho perso. che poi è tornato, ma non per merito mio. ma io lo sapevo che doveva perdersi. è una specie di mia maledizione. quando l'ho preso ho pensato che non era nato per me, ma per un'altra luce. per altri occhi e per un altra voce. e io li ho presi lo stesso. ma so come rimediare. so come rimediare.

e poi alberto.
solo perchè è alberto. e i suoi occhi rimangono sempre i suoi occhi. anche quando si abbassano perchè gli ho detto una certa cosa. anzi piu di una.
delle lacrime. sì, e lui ha abbassato gli occhi. "non sai quante lacrime per te". e lui abbassa gli occhi. quei due cieli meravigliosi chiusi in due orbite.
e sorride. ma poi capisco che anche lui ricorda qualcosa. che si ricorda di quell'unica lettera che gli ho mandato. e avrei voluto dirglielo.
dirgli che la seconda, la terza e la quarta lettera. ci sono.
da qualche parte nella mia camera.
che le lettere ci sono.
ma non le ho mai spedite.

e adesso aspetto, perchè so che mi scrivera un messaggio. lo so.

martedì, settembre 20, 2005

 
1986: stonehenge
ora capisco come mai sono così.
ora capisco cosa mi è successo in principio.
il merito è dei miei genitori. perchè non si puo portare una bambina di un anno scarso in un luogo così importante e così ricco di energie ed aspettarsi che sia una persona normale da grande.
non si può.
ora capisco come mai sono così.

domenica, settembre 18, 2005

 
alle volte ho la sensazione di avere la pelle del viso pura.
è una sensazioen strana, indefinibile con le parole. come se ogni singolo millimetro fosse allo stato più perfetto. come se ogni singola cellula fosse pulita.
sì, pulita.
eppure sotto la carne rimane quella di sempre. as always, yeah.
quella di ogni giorno. con qualche cicatrice, con qualche bruciatura.

forse è elisa. forse è il suo lotus a fare questo effetto.
forse è stato rivedere quella scritta a mano sul cd. "lotus - elisa"
scritto con una penna blu, da una mano conosciuta.
già, la tua.

e forse è il ricordare quando me lo ha portato. ricordare quel natale, ricordare quell'amore. quell'afetto. già, forse era solo affetto.
ricordare. che cosa tremenda.
i ricordi sanno uccidere alle volte. e forse non solo alle volte.
quando ti si attaccano addosso non li si pò piu uccidere.
e ogni nota di questo cd mi fa volare. già. ma un ricordo, un solo pensiero è attaccato. in questo passato che ci trasciniamo dietro.
e non sempre questo peso è un fardello. e non sempre questo fardelo è una compagnia.
alle volte ti volti e vedi tutto quel buio. senti la puzza di quella cattiveria, di quella finzione.
alle volte ti accorgi di avere accanto dei ricordi che non fanno altro che alleviare le pene dell'oggi.
sono come fiori profumati.
anche se i fiori non li amo. quelli servono solo per imparare bene come si usa il diaframma della reflex di papà.

già, papà. quando si tratta di ricordi-fardello, lui è in cima alla lista.
con le lacrime agli occhi. già, perchè è diventato fardello. alle volte.
e alcuni ricordi.
solo alcuni ricordi.
altri li vorresti sempre avere in mano.
già.

ed è icnredibile quanto questo luogo sappia di me. queste righe. e già, tante volte ho pensato di chiuderlo. chiuderloa d occhi estranei.
alla fine è il mio pensatoio. già, troppo spesso confuso per bacheca.
troppo spesso usato come prove di accusa. troppo spesso preso come manifestazione del mio egoismo.

piove fuori.
io penso a fabrizio. penso a quella new york che sarà sempre nostra.
fuori fa freddo.
e io penso al freddo di quelle giornate. alle rise al JFK. quando il nostro viaggio si stava concludendo e noi non si faceva altro che prenderci in giro.
fuori la luce è tiepida.
e io ricordo.

ricordo.
già.
e tengo stretta questa solitudine. questa leggerezza di pene. questo stato.

so, let me spleep.
in this night full of light.
i'm the silence's bride.
my little poem,
will come.
will come again.

i'm the silence's bride

sabato, settembre 17, 2005

 
"ho una voglia matta di stringerti ora, tringerti forte..."
11.9.5 h. 23.40.05


la puntina non l'ho ancora comprata e sono arrivata a pagina 228, sì two hundred and twenty-eight.
la pancia duole, la luna da la sua energia ma alle volte esagero. e qst notte sarà piena. piena davvero. questa sera non ci sarà "l'altra parte" sarò un tutt'uno. sola. unicamente.
la limonata della nonna ha tenuto compagnia ai sui racconti "il diploma del nonno, no. lui lo ha strappato. una sera che un altro pianista gli ha fatto lo sgambetto rubandogli un lavoro".

e oggi piove. o almeno pioveva. ma a me questo cielo fa stare bene.
la torta con i mirtilli che tanto volevo, alla fine l'ho fatta. mangiata, anche.
e ieri sera sono stata al CAI per il concorso di fotografia.

"quante foto?" "sei" "ah, titoli signorina"
"la prima -vertigine-, poi, -vaniglia e cioccolato-, poi -the sound of silence"...e.." "no,aspetta cos'è l'ultima? non è italiano vero?"
e alle spalle arriva Enzo.
quattro by-pass e una vita di settimana bianca in comune alle spalle.
ad occhio e croce deve avere una sett'antina di anni. e mi ha visto la prima volta che ho messo gli sci. poi mi ha visto la seconda. e anche la terza e tutte le altre volte. lui faceva fondo, ma la prima discesa era sempre lì, lui. a guardare.
e lui c'era quando la maura, unica bimba del gruppo, unica femmina, arrivava con le sue gambe ai piedi de 'il dente del gigante'. ed era lui che mi portava a vedere le statue di ghiaccio al lago di lot. poi il suo cuore ha cambiato le carte in tavola.

e lui ieri sera era lì. occhi color del cielo come una volta. pelle abbronzata e quattro by-pass nel petto.
"lei è la maura. la conosco da quando era alta così. veniva con me in settimana bianca"
mi abbraccia e sento le sue braccia che tremano, ha gli occhi pieni di lacrime e a me si apre il cuore.

"già è inglese...lo scrivo io se vuole"
consegno il tutto, ma torno martedì per le foto "in via eccezionale, ti do fino a martedì". e le altre foto, da togliere il fiato. io ho solo i titoli originali. ma ho vinto lo stesso.
per quell'abbraccio. per quelle lacrime e quei racconti.

e odio qst sentimentalismi. ma io, io un nonno paterno non l'ho mai avuto, e Enzo, con Siro e Darcisio erano quelle figure particolari. che si incontrano poche volte in giro. si viveva fianco a fianco per una settimana. su a La Magdeleine. e se non c'era neve si camminava insieme. ogniuno con il suo passo e ogniuno con le sue storie. Siro e i viaggi per il mondo. Darcisio e i suoi compagni "comunisti". e Enzo, con i racconti di famiglia.
e alla sera a ballare liscio o a giocare a carte. e a quell'età, ogni volta che la nonna ballava con uno di loro mi dicevo "sì, se la nonna deve avere un nuovo nonno, voglio loro. uno di loro. uno di loro va bene. sì"

e così martedì Enzo mi porta le foto di quest'estate da farmi vedere.
"maura, ci vediamo martedì. cavoli, come sei cresciuta. sì, ciao maura"

venerdì, settembre 16, 2005

 
forse ho solo voglia di nascondermi dietro ad un obbiettivo. dietro ad una messa a fuoco. voglio dimenticare la punteggiatura. voglio riempire la testa di musica. voglio che ti dimentichi ancora qui il cd, ancora un'altra volta. voglio il freddo alla porta. voglio il poster di sin city e di milionar dollar hotel in camera. voglio un abbraccio come quello di una notte. voglio la luna piena. voglio l'inferno e il paradiso. voglio una sentiro in montagna. voglio uno sguardo sull'immenso. voglio il solo messaggio che non arriva ma che aspetto. voglio sdraiarmi sopra il burrone e guardare giù. voglio non respirare e sentire il mondo. voglio un paio di occhi che sappiano riflettere tutto. voglio sentire ancora la voce della mia maga "per scegliere devi pensare a dove muovi meno le gambe, dove sei piu veloce". voglio avere 24 ore di luna. voglio una guinness. voglio tornare a dire a qlc che "tutto è mio". voglio ancora non dormire come quella notte. voglio potermi mettere i miei maglioni. voglio vivere in un cinema. voglio vedere la mia marta ballare petit mort. voglio il mare di settembre. voglio vivere un attimo con una filosofia dentro. voglio essere per un secondo, sola. voglio poter dire "ho preso una decisione". voglio poter piangere, come facevo uan volta. voglio idromele. voglio il libro di david eggers. voglio che qlc mi porti in moto, la notte. voglio la pelle al profumo di cannella. voglio le stelle in camera. voglio la neve. voglio la luna sulla fronte. voglio incontrare per un secondo morgana. voglio la cattiveria dei pixie. voglio la leggerezza dell fate. voglio che quel pacchetto ti arrivi dal cielo. voglio che tu capisca quelle parole scritte mesi fa.

 
"be' devi decidere solo tu mauretta
comunque complimenti! potresti bullartela per
qualche anno dicendo che ti hanno preso torino
ma non ti interessava...

good luck"
<-- il mio mister F. :)


non è comodità.
non è rassegnazione.
è conflitto d'interessi.
è un patto di pace tra cuore e testa.
è il mio spirito di adattamento. forse.

è che la maura non puo pensare solo a se stessa. e sono egoista in queste cose. non sono i sorrisi amici a tenermi quì. non è la luce dei tuoi occhi.
è che non posso pensare solo a me stessa devo fare i conti con la vita. la mia.
quella vita che mi da un fratello. una casa maledetta. e una giungla come famiglia.
così si fanno quattro calcoli.
e un po' ci vado di mezzo io. sì, un po' ci vado di mezzo io.
ma...ma, ma in qualsiasi caso mi sarebbe dispiaciuto, giusto?

le cose se si fanno, si fanno bene. l'ho sempre pensato.
non posso fare il passo più lungo della mia gamba. l'ho capito. una volta per tutte.
e anche se potevo fare l'egoista e lasciare tutti qui in questa casa e sparire. aspetto. aspetto per il nano che mi trovo come fratello. perchè forse "io ti dico: se vai a torino, a me la moto o il motorino non lo comprano. se resti a milano sì. bene, io dico che devi scegliere milano." le loro analisi sono logiche :) perchè dicono tanto ma poi sono lì che ti guardano con quegli occhi "c'è papà. non lasciarmi solo" e torino significa solo. solo lui. sola io.
io magari sono anche pronta.
lui no. perchè io lo so come è fatto. "se mi fai un'altra foto giuro che Fogart in confronto a te era un tipo movimentato". stronzo a modo suo. ma alla fine...alla fine. sono la sua maura.

e io. io. io. io. io tra vent'anni voglio poter dire a tutti che ho un fratello. e voglio essere sicura di poter contare su di lui. non come mia mamma. non come lei.

la mia famiglia è lui. in qualche modo.
ci sono solo io. io scelgo. io piango. io rido. io scherzo. io prendo in giro. io fotografo. io dormo. io non mangio. io compro la cedrata. io vado in posta. io faccio scappare le persone. io creo nemici. io leggo HP in inglese. io.io.io.
so che alla fine ci sono solo io.
so che l'unica persona a non abbandornarmi sono io. allora si fanno sacrifici per questo io maledetto e lunatico che mi vive dentro. e io odio fare scelte. odio fare scelte.

ma bologna mi aspetta. aspetta solo che io cresca un poco. aspetta che mio fratello cresca un poco. aspetta. e so che è così che doveva andare. è così che doveva essere.

oggi voglio il viola addosso.
oggi voglio la luna dentro.
oggi sono l'altra parte della luna.

giovedì, settembre 15, 2005

 
Sono entrata.....sono arriva 131esima, nella graduatoria.
questo pomeriggio sarà d'inferno già lo so :o)

la decisione è difficile. sopratutto perchè le aspirazioni, i desideri si mettono sempre in mezzo e rovinano tutto il lavoro della ragione!
così bisogna decidere se accettare la sfida di torino, che puo significare tre anni di stress con sveglia alle 4 del mattino per poter partire da rho con il treno alle 5.35 e poter essere a lezione alle otto.
oppure fare una vita tranquilla tra le braccia della statale o della cattolica.

si accettano consigli e idee.

e nel frattempo il cuore si stringe un po' per la mail.
quella della prof. appena arrivata.

 
quello che forse mi manca piu di tutto della scuola, sono i sotterfugi.
sì.
il leggere clandestinamente un libro.
ma sopratutto le moleskine. il tempo che trovavo sui banchi di scrivere.
il tempo di scrivere.
quello mi manca piu di tutto.
mi mancano le ore di matematica. ridicolo, eh.
sì, tutte le ore di spiegazione che non ho seguito. le ore che passavo a scrivere sui miei fogli.

già, proprio ora che devo scegliere cosa fare, penso a quanto mi manca il tempo buttato durante le ore in classe.

ridicolo.

martedì, settembre 13, 2005

 
ci si fotografa a vicenda.
come per intrappolare in quella macchina un po' di vita. quella di un adesso che è solo attesa. che è sospiro. che è stanchezza. che è solo desiderio.
un volo, ad ali aperte. in un cielo di un azzurro tenue tenue. con l'aria che profuma di prati, di pioggia e di luna.
quella che si specchia dei laghi.
la luna che si specchi in due occhi.


il telefono suona
"è un maschio"
non c'è bisogno di chiedere chi, di dire ciao zia simo. non c'è tempo per questo.
"ho fatto l'ecografia 3D. devi vedere che nasino, maura."
e stringi i denti per tenere le lacrime.

alla faccia di quel Jacques Attali che scrive sul corriere.
a quell'idiota che oggi ci raccontava della fine della moralità. della monogamia. della famiglia.

lunedì, settembre 12, 2005

 
la lavatrice giu in taverna.
lorenzo e il suo buon sangue dietro la porta della camera di mio fratello.
e io, qui, davanti a questo schermo illuminato.
e come sempre le mie mani. con el maniche del maglione un po' lunghe. perchè fa freddo. e le dita corrono su questa tastiera.
e ogni volta prendono una strada che non cercavo. come se solo loro sapessero davvero dove andare.
mentre io no.

io non lo so mai. e anche se fa male, a me piace vivere d'un fiato. proprio come a lorenzo.
e mi sento anche stronza al momento.
molto.
perchè c'è *** su msn, e lui mi ha dato tanto. quando il mondo cadeva lui era lì, dietro al suo pc ad ascoltarmi.
eppure ora, non mi va di sentirlo. non mi va di ascoltare i suoi di racconti.
che stronza.
è che quella domanda, su torino, so che me la farebbe come tutti.
come il telefono che squilla e io non rispondo. e dico sempre di dire che non ci sono.
no, non voglio dire a tutti che è andato male.
che se entro è solo perchè c'era gente piu stupida di me.
gente piu vecchia.
gente che rinucnia per un altro corso.
gente che dice no a torino.

e allora rimango qui, con le dita su questo mondo di lettere. con la voglia di scrivere. scrivere che ho sempre.
e mi sento ancora piu stronza.
perchè ho capito che ti voelvo scrivere, magari per dare qualche risposta e alla fine non faccio che dire di me. egocentrica.

...ho un buco nella tasca...
....ricominciare....


e se ci pensi bene, tutti abbiamo un buco nella tasca. e anche se cerchi di rammendarlo non c'è niente da fare, il buco rimane.
e puoi cambiare giacca, ma un buco c'è sempre.
e una notte piangi perchè ti trovi davanti un muro e non puoi piu rimandare.
e allora bevi guinnes per ore e piangi. magari anche senza lacrime. e tutti sono fuori, così puoi scrivere senza occhi. senza domande. senza battute. senza rumori.
e metti in rodine il cervello. dici basta. dici che qls cosa succeda non sarai piu dipendente. ti dici che il silenzio è una scelta. e che anche tu hai il tuo di silenzio.
guardi indietro e scopri che forse ti sei affezionata un po' troppo. ma dici che piu di così non ti attacchi. e scrivi basta a caratteri cubitali.
ti dici che se non ci andrai in piemonte, sarà lo stesso. perchè torino un po' assomiglia ad imperia.
ma poi ti dici che sei stupida, che ancora uan volta porti qlc davanti a te. e dici no.
no, e qst volta è vero. ci credi davvero.
e no. se il piemonte non mi vuole, amen. in statale andrà benissimo. anche se volevi al cattolica.

e allora per qualche giorno sei forte. perchè hai messo le idee a posto.
e non ti fa male niente. iron.
già, ascolti lorenzo. rompi le puntine dell'LP. scopri che possono costare anche 1.000 euro e tu eri convnta che non superassero le 100 euro.
e allora sorridi.

i folletti scappano all'ombra ma escono e nons enti qst bisogno di scrivere un sms del momento dopo.
come sempre.
poi passa qualche minuto. e no, capisci che la spiga la si deve salutare.
passa qlc giorno e trovi il cd.
e cazzo, chiusa in quella camera sorridi.
e senti una mano calda sulla pancia.
e una carezza sulla testa.

invece è un abbraccio.
per la spiga.
non per te maura.
ma è un abbraccio in una camera gelida.

poi alzo gli occhi. perchè penelope tesse la sua tela
proprio come i ragni. e questa doveva essere una mail. per la compagna dei progetti. doveva essere una mail per distrarre le stelle, invece
ho scritto per me stessa.
cazzo.

stronza.
stronza
stronza.

tanto
tanto
tanto

 
"ooooooops....era sulla sedia???"

e sono felice che sia arrivato il freddo.
posso tornare ad essere io.
e questo sole, che sembra affacciarsi un po' rovina i miei piani.
con il freddo potrò tornare ad essere la maura che sono.
maglioni.
jeans.
anelli.
orecchini.

posso tornare a nascondermi.
e ad essere io.
malinconia. come l'inverno.
e dai colori caldi. come l'autunno.
con la pioggia, a tenere compagnia.

ci sono. per le stelle. ed è difficile lo so, per tutti. e le domande ci sono sempre. per tutti. ma alle volte, qualcuno sa rispondere. a qualche domanda.

e i folletti "dimenticano" piccoli rettangoli.
in camera.
sulla sedia.

domenica, settembre 11, 2005

 
il cielo piange questa mattina.
abbasso la suoneria del cellulare.
tuona.
scrivo due righe al folletto.

l'aria di questa domenica ha un profumo magico. merito di queste lacrime che cadono dall'alto.
e allora spengo le luci e tolgo lp dal giradischi. e spalanco tutte le finestre.

voglio questa pioggia.
dentro.
dentro di me.

venerdì, settembre 09, 2005

 
"...cazzo cazzo cazzo...torino torino"

già. e il mattino si esce presto, e lì piove. ma i fratelli ti accompagnano e la pioggia allora è meno fastidiosa.
test bagnato, test fortunato.
lo scrive la mamma, quando sono le 6.30 e tu gia sei fuori.

e scendi le scale con il sorriso sulle labbra. per il test.
dalle scale di quel via s ottavio. sì, lì, dove ci arrivi con la 61. ma poi non è così lontana come lo si credeva. ma la 61 va bene. sì, va bene.
e sorridi. un po' di tristezza anche.
difficile.
difficile.
già...torino...difficile.

poi dimentichi un po. difficile, ma lo dimentichi un pò. i fratelli portano un sacchetto e dicono solo "per te".
vinile dei deep purple, made in japan
cd dei nightwish
cd di lorenzo

e un po dimentichi.
un poco.

poi cammini. niente 61 al ritorno. si va a piedi. ma la 61 andrebbe benissimo. via po. cinque fermate. corso emanuele. ma si va a piedi.
e compri gli orecchini.
"il bilancere, maura. prendi quello sorella"
già...torino....difficile.

e le lune. sì, le lune si devono prendere.
poi kebab per pranzo, e poi il treno.

torino milano
milano torino

squillo

martedì, settembre 06, 2005

 
maybe, i'm tired....
maybe, i'm afraid...


è un po' così alle volte.
prima dei film hai addosso un ombra. solo un velo nero che si stende sopra di te. sulla testa, che perde il filo logico. e sul cuore, anche. anche lì, che inizia a sperare e temere nello stesso istante.
in uno stesso -ora- che trema, che balla come al vento, le foglie.
e dopo. dopo. dopo è solo dopo. dopo un film è solo "dopo il film". e ti ritrovi con quel velo che ti tiene un po' caldo, che ti tiene compagnia. in una notte che inizia a diventare adulta.
e ti gratta un poco la pelle il velo. ma fa niente.
e si ha voglia di cimiteri. si ha voglia di silenzio.

si ha voglia di qualcuno. che quel velo lo vede almeno. e sì, qualcuno che magari dall'alto del suo volo, dall'alto della sua vita, te lo dica. ti dica quel velo sì, scalda un poco. e che quel velo è solo tuo. di un nero magico, come mai se ne è visti.

silenzio.
quello denso.
silenzio.
che nasce nella stretta di una mano.
silenzio.
nascosto nel caldo
di un abbraccio.

 
"abbiamo una luce cinica....una luce nostra....tu riesci ad esserci sempre....noi si scappa..."

sabato, settembre 03, 2005

 
"...e bentornata a Suor Germana!"

e torno da qst giorno scarso di campo con la calma dentro. una calma apparente. quella che si crea quando sai che è finita. finita punto.
e a casa hanno tagliato l'erba, ed è ancora umida. ed è perfetta.
simone mi scrive una mail strana. e sorrido. e sì, sorrido. perchè simone è così. e mi paice per questo.

penso al folletto, prima, durante e dopo. come per tenermi compagnia.
scrivo un sms. ricevo uno squillo.
ma è per tenermi compagnia.

gli sms si rincorrono. ed è bello. un filo di seta. sì, un filo di seta.
e quando nella notte scriscia acqua per tre minuti soli.
è perfetto.
un perfetto in cui manca sempre qualcosa.
ma è in quell'imperfezione.
lì, che sta il mio sussurro.

giovedì, settembre 01, 2005

 
"...maura...questo fiore è per te..."

racconto a tutti che passo il pomeriggio in un certo posto, ma poi faccio altro. e loro ridono. la mamma ride. pedalo e mi sdraio sul letto.
e mi sento un po' in colpa ad aver lasciato il campo. lì. lontanto, in val d'aosta.
e mentre mi lascio abbracciare da qst caldo di milano e mentre le braccia bruciano per il sole, sfoglio quell'album di foto che ho nella testa.
e rivedo il fiore che regala andrea, rivedo la promesso scolorita rispetto a quella dei piccoli. e risento le lacrime della cerimonia dei promessati. un salto nel tempo e mi ritrovo in quel Nido delle Aquile, e rivedo la mia di promessa....e poi è solo una scusa come tante "non piango, è il sole".
ma invece sono lacrime.
semplici.
le lacrime di un sorriso.

"ma poi torni? vero maura, che la prima domenica agli scout ci sei?"
e tu davanti a quegli occhi...anche a quelli dei lupetti che ti hanno fatto disperare la notte, anche davanti al piccolo Teo...con le sue cavalletto bruciate sul bivacco...e davanti a pietro e ai suoi "bisio, bisio desnudos"...davanti a piccola gente così come rispondi?
come gli spieghi che hai crisi di fede e che in realtà quella promessa che tieni al collo per te significa solo anni di amicizia, significa gli occhi del mio Mister F., che significa pasta cotta con la terra...e che la promessa vera quella di essere fedele a Dio...bhe come gli spieghi che a quella promessa forse non sai piu credere?

intanto ti alzi, e canti oh when the saints con tutta la voce che hai in corpo quando dicono "quelli che partono questa sera"...e le lacrime nel buio del bivacco non si vedono e non devi trovare scuse. poi andrea ti saluta, e dice che vorrebbe essere lui quello che torna a casa. e tu invece vorresti essere quello che rimane lì. perchè la mia non è caritativa, la mia è una voglia che arriva dal cuore.
perchè aprire quella finestra e vedere quei monti, perchè stare sotto il sole mentre 9 coccinelle fanno la corsa dei sacchi, perchè essere presa in giro da 5 lupetti, perchè quei cinque poi ti chiedono tristi "ma vai via davvero?"...perchè non è caritativa. per me, no. per me. è per me. è il mio cuore.

ti giri nel letto e chiudi l'album della tua testa, altrimenti senti ancora piu caldo. e allora inizia a pensare che forse domani hai un test. e che forse. che a beni culturali sei entrata. e che forse. che poi c'è torino.

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