martedì, settembre 28, 2004

 
anche a me manchi, tanto

e anche io Ti Voglio Bene, davvero



martedì, settembre 21, 2004

 
Trasparenza, alla stato puro.
Come una nuvola grigia nata per far compagnia al sole, che nn ha intenzione di portare pioggia.

La guardavo con tutta l'attenzione che si puo concedere solo ad una nuvola,
e sognavo, come mai avevo fatto prima.
Mi sono lasciata ammaliare dalla sua voce, musicale e sicura in tutta l'incertezza che dimostrava.
Colpiva sicura di non poter centrare.
Mai.
Mi sono lascia rapire e ho
solo
sognato.
Che finalmente l'erba avrebbe brillato di verde, ancora.
Il mare sarebbe stato il solito,
assassino dai guanti neri che ti guarda negli occhi e ti fa senitre colpevole.

La sua musica.
Ritmica e baldanzosa, come se mai nulla fosse stato.
Come se la sua pioggia non sarebbe mai caduta.

Devo telefonare in scala per dire di "accreditarmi" per la serata di Bejart...io? accreditata? Non saprei proprio cosa dire....cosa si dice in questi casi?

lunedì, settembre 20, 2004

 
Inizio a sentire, dinuovo, dopo tanto tempo, quel peso sul petto che nn fa respirare.
Torno a non chiudere occhio la notte e torno a nn avere tempo, mai.

e direi che nn è piacevole. Sì. è la scuola, ricominciata e alla grande direi. compiti su compiti e lo spettro di una maturita che si avvicina. così inizio a rifarmi le solite seghe mentali e avere i soliti problemi. e rispuntano le solite domande. il tempo sembra correre d'improvviso, e mai come in questi momenti ci si chiede il perchè.

Le cose da fare, tante, la voglia non sempre c'è. le solite paure, di quelle tremende per la matematica che sembra non sopportarmi. le verifiche che iniziano a cadere dal cielo come neve.
ma non sono così soffici e sperate.

Le cose che non capisco, le cose che nn volgio capire e quelle che devo per forza capire.
e questa maledetta verifica del debito che nn passero mai.


venerdì, settembre 17, 2004

 
cazzo. perchè nn possiamo solo accontentarci?
no. non possiamo farlo.
oggi voglio silenzio.
silenzio.
ancora una volta.
oppure.
nulla.

vorrei solo sentire il mormorio dell'orologio, che ancora non si decide a fermarsi.
sentire finalmente il cuore battere regolarmente su un tempo prestabilito. smetterla per una volta di correre a perdifiato senza motivo.
no. anzi.
un motivo c'è. è che non mi accontento mai.

tanto lo so bene che tirerò avanti. piano.piano. come sempre.
aspetto ottobre. sì, per Irene e il loro The Butler. aspetto bologna. poi aspetto soli. poi trovero qualche altra cosa da aspettare.
nel frattempo mi guardo le mani e mi provo la febbre. e sì. lo ammetto non ho voglia di tornare a scuola. di tornare a quel banco del ca**o. a quella classe di bambini. a quella massa uniforme nata per il sesso e la discoteca.
non ho voglia di varcare quella soglia.
ancora.

sabato, settembre 11, 2004

 
Alzi la musica.
Alzi solamente la musica
e speri.
Speri che possa annebbiare tutto.
Speri che possa finalmente rendere tutto così scuro da non vedere piu nulla, speri che riesca ad invadere qualsiasi cosa, dalla piu piccola alla piu grande.
Lasci che il suo mondo si prenda gioco del tuo, lasci che tutta la sua forza stringa i tuoi polsi.
Fino a quando le tue urla non saranno niente,
la tua voce sarà solo movimento silenzioso.

Decidi consapevolmente di perire.
Di soffocare dolcememente in un abbraccio, che ti regala la pace maggiore.
Lasci che tutto sia deciso dal fato, che tutto venga come la pioggia e come l'amore.
Lasci che tutto si costruisca da se e decida di fermarsi,
per voltarsi
ancora
una
volta
indietro.


Tonight I'll sing my songs again
I'll play the game and pretend
But all my words come back to me
In shades of mediocrity
Like emptiness in harmony

I need someone to comfort me

Homeward Bound
I wish I was
Homeward Bound Home,
where my thought's escaping Home,
where my music's playing Home,
where my love lies waiting
Silently for me

Sì, maledettamente.
Poter muovere ogni passo all'ombra di una luce
bianca,
passare inosservato sotto gli occhi di un mondo
che
non
c'è.
Finire di parlare.
Solo,
finire
di pensare.
Almeno una volta senza dover avere dell'amaro in bocca.


mercoledì, settembre 08, 2004

 
Eì il suo rumore metallico.
preciso e costante. davvero costante.
Forse è proprio la sua regolarita,
per la magia di quei minuti scanditi così perfettamente.

Eì un vecchio pendolo, che apparteneva a mia nonna, a quanto dice la mamma.
Alto e pesante.
Era incastrato nell'angolo della camera di mia madre, e svuotandola è come tornato alla luce.

Non sono un orologiaio, e questo lo so bene.
Ma nn so bene il perchè mi ci sono messa lo stesso.
Ora
continua a portare avanti il suo tempo da 75 ore e qualche minuto, incessante si trascina...
minuto dopo minuto continua la sua marcia.
Verso dove,
non lo so.
Per quanto,
non posso neanche immaginarlo.


sabato, settembre 04, 2004

 
Nulla, mi accontenterò del diario che mi ha regalato il ragazzo del Libraccio.
Un bel ragazzo anche, con uno stranissimo tatuaggio sulla mano.
Ebbene dopo cinque anni di seguito, devo rinunciare alla tradizione di un diario straniero.

La persona che doveva portarmelo, dall'Inghilterra, mi ha "tradito"...povera, nn è stata colpa sua :-)

Con sommo dispiacere mi accontenterò di un diario italiano...anche se è un'ingiustizia.


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