venerdì, dicembre 05, 2003
......
Gli uomini che si voltano
Probabilmente
non sei più chi sei stata
ed è giusto che così sia.
Ha raschiato a dovere la carta a vetro
e su noi ogni linea si assottiglia.
Pure qualcosa fu scritto
sui fogli della nostra vita.
Metterli controluce è ingigantire quel segno,
formare un geroglifico più grande del diadema
che ti abbagliava.
Non apparirai più dal portello
dell'aliscafo o da fondali d'alghe,
sommozzatrice di fangose rapide
per dare un senso al nulla. Scenderai
sulle scale automatiche dei tempi di Mercurio
tra cadaveri in maschera,
tu la sola vivente,
e non ti chiederai
se fu inganno, fu scelta, fu comunicazione
e chi di noi fosse il centro
a cui si tira con l'arco dal baraccone.
Non me lo chiedo neanch'io. Sono colui
che ha veduto un istante e tanto basta
a chi cammina incolonnato come ora
avviene a noi se siamo ancora in vita
o era un inganno crederlo. Si slitta.
(Eugenio Montale)
E Milano, ieri sera, mi sempresentava davanti agli occhi...proprio come volevo e dovevo averla.
Umina, buia, e luminosa, solo per me.
Per me e per coloro che volevano accettarla,
per coloro che vedendo cadere quella pioggia,
la amavano.
Ora, tre gg di Me, tre gg per me...
e Ti penso,
lì, in quella palla di alna in cui sei rinchiuso,
alla ricerca di un paio di forbici,
che possano tagliare quello strato...
alla ricerca di aghi ababstanza forti per poter fare di quella lana, una vera scarpa,
una scarpa per poter finalmente passeggiare,
sul lungo fiume, la sera.
Per poter creare quel maglione,
quello tuo che possa coprirti quando tira aria,
che possa proteggere al tua pelle dai raggi del sole.
E io, qui, lontana da te...dai tuoi occhi, dal tuo bar e dalla tua birra.
E io, in attesa di me...
Probabilmente
non sei più chi sei stata
ed è giusto che così sia.
Ha raschiato a dovere la carta a vetro
e su noi ogni linea si assottiglia.
Pure qualcosa fu scritto
sui fogli della nostra vita.
Metterli controluce è ingigantire quel segno,
formare un geroglifico più grande del diadema
che ti abbagliava.
Non apparirai più dal portello
dell'aliscafo o da fondali d'alghe,
sommozzatrice di fangose rapide
per dare un senso al nulla. Scenderai
sulle scale automatiche dei tempi di Mercurio
tra cadaveri in maschera,
tu la sola vivente,
e non ti chiederai
se fu inganno, fu scelta, fu comunicazione
e chi di noi fosse il centro
a cui si tira con l'arco dal baraccone.
Non me lo chiedo neanch'io. Sono colui
che ha veduto un istante e tanto basta
a chi cammina incolonnato come ora
avviene a noi se siamo ancora in vita
o era un inganno crederlo. Si slitta.
(Eugenio Montale)
E Milano, ieri sera, mi sempresentava davanti agli occhi...proprio come volevo e dovevo averla.
Umina, buia, e luminosa, solo per me.
Per me e per coloro che volevano accettarla,
per coloro che vedendo cadere quella pioggia,
la amavano.
Ora, tre gg di Me, tre gg per me...
e Ti penso,
lì, in quella palla di alna in cui sei rinchiuso,
alla ricerca di un paio di forbici,
che possano tagliare quello strato...
alla ricerca di aghi ababstanza forti per poter fare di quella lana, una vera scarpa,
una scarpa per poter finalmente passeggiare,
sul lungo fiume, la sera.
Per poter creare quel maglione,
quello tuo che possa coprirti quando tira aria,
che possa proteggere al tua pelle dai raggi del sole.
E io, qui, lontana da te...dai tuoi occhi, dal tuo bar e dalla tua birra.
E io, in attesa di me...