sabato, febbraio 21, 2004

 

Blind

La casa risuona di Alanis...e le associazioni mentali sono davvero semplici: Flavio, con quel pizzo di passato che mi fa venire alla mente...e poi penso a quello che Ero. Stupida. Ero.

Lo so che detto da me forse risulta ridicolo.
Penso, molto. Negli ultimi giorni. Non faccio che pensare, a tutto. Tutto.
E con Tutto, intendo Tutto. Le piccole cose che da sempre mi fanno impazzire, i problemi che mi volano dentro, ronzando fastidiosamente, e tutte quelle cose, oggetti e pensieri, immagini e suoni, ma anche profumi...che non fanno che farmi nascere pensieri.
Pensieri.
Leggeri come farfalle, che però sento dentro. Nel profondo.
E i piu leggeri sono i problemi. La famiglia. La Mia. Che ho dentro, malinconicamnete, la ricordo. E poi realizzo quello che è. Ora.
Nulla.
Quello piu niente che ci puo essere. Quelo in cui affondi, e ti sommergi. Senza accorgertene. Quel niente, che ti circonda...ma non te ne accorgi; Ti soffoca proprio mentre respiri di più.
Quello.

Poi ci sono le cose Mie, quelle che non riesco a dire, che non riesco a pensare nè a disegnare con le parole.
E queste sono pesanti. Macigni. Magici.
Enormi massi di marmo. Avete presente come si taglia il marmo?
Il marmo. Dio, quanto scarto per tagliarne un quadrato. Enorme. Pesante.
Bellissimo.
Freddo e prezioso. Ma si è costretti a buttarne, gettarne molto. Tutto per averne quei due o tre metri quadrati.
Pesanti. Enormi.
Freddi.
Ma nessuno pensa a quello che si butta...nessuno pensa a tutte quelle piccole scaglie. Taglienti. Di marmo gettato.
Rimangono lì, preziose e belle come i metri cubi. Quelli che vengono spediti nel mondo.
Piccole. Scaglie.
A terra, gettate e calpestate da tutte le macchine che cercano di tagliare i metri quadrati.
Futuri pavimenti.
Prossimi tavoli di qualche bella casa. Da sogno. Al centro storico di qualche vecchia città. Futuro appoggio di cornici di mogano, piccole finestre su un mondo infinito. Cornici di piccole Foto. Tracce di Vita e scaglie di finito.

E poi i pensieri...che sono un'impasto di ricordi e di sogni. Di desideri nascosti e silenziosi, piccole gocce di futuro, irrealizzabile. Chili di zucchero, che è stato ieri. Ieri sera. Ieri mattina. E due giorni fa.
Quello zucchero a grani grossi, che non profuma. Ma che se fai scivolare tra le dita crea solletico. Lo Zucchero.

Zucchero?!?
I miei sono solo ricordi.
Sensoriali.
Fisici.
-di questo maledetto corpo-
Corporei.
Figli dei sensi.

Pensieri che mi girano dentro, non solo nella testa ma anche nella pancia. Al centro del mio corpo.
Piccoli istanti catturati dagli occhi. Secondi silenziosi che ricordo come fossero ora.
Respiri. Respiri, solo respiri.
E sai una cosa?
Sono i respiri che fanno piu male di tutto.
Piu delle mani che ti stringono. Piu degli occhi che ti scavano dentro.
Il respiro. Quello silenzioso, che crea tanto rumore.
Quel silenzio che tanto rincorro, che voglio donare. Stupidamente.
Quel silenzio rumoroso. Crea un dolore allucinante.
Ma non è dolore, vero e proprio. Il dolore annineta. Lentamente. Annienta.
Questo è un dolore denso di piacevolezza.
Troppo denso forse.
Così denso e così bello che mi ci agrappo. Sì, proprio così, mi aggrappo.
Ai sospiri silenziosi.

Respiro.

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