sabato, luglio 10, 2004

 
Music *Glenn Gould*

Come se le cose non girassero esattamente nel tempo dovuto.
Come se tutto quello che dovesse essere non è.
Probabilmente sono semplicemnte una deficiente complessata di 19 anni con poca voglia di uscire. Anzi con zero voglia di uscire.

Probabilmente sono solo una visionaria, melensa anima vagante, destinata alla perpetua visione distorta delle cose, del mondo e della vita.

Ma cosa ci posso fare? Cosa posso fare se preferisco una serata a teatro piuttosto di un'uscita a quattro per bere una birra? Cosa posso farci se preferisco la sonata per piano e violino di bach suonata da Glenn Gould all'ultimo cd dei Metallica, Nirvana o di Anastacia? Cosa posso farci se alle volte mi vesto solo di giallo e nero?
Non posso certo cambiarmi, dire a me stessa -no, tu questa sera esci lo stesso.-

Benchè questa sia Io, Io davvero, bhe...mi è difficile esserlo.
Sì, difficile esserlo.
E il bello viene se penso al fatto che il mio °naturlamente° è difficile da essere, se penso che io così ci sono nata...o sbaglio? Mi illudo di essere così, o lo sono?

Complessata.
Sì, anche.
Sì, molto. Ma penso mi piaccia, preferisco passare due ore a battere su questo blog, pensando se sono pazza o da ricovero, se sogno o sono completamente andata...

La mia vita, è travolta. Alle volte, davvero penso che sono stanca di vivere trasportata dalle decisioni degli altri. Poi mi rendo conto che la melma in cui sto affogando l'ho creata io. E sì...signori, quello per cui piango, è una mia creazione.
Avrei potuto decidere di viviere con un piede in due scarpe, avrei potuto vivere in questa casa con mia madre e comprarmi mio padre, fingendo di essere interessata a sughi e vini. Avrei potuto fingere di amare lo shopping il sabato pomeriggio, avrei potuto fingere di amare i tacchi alti e le discoteche.
Ma non ci sono riuscita...

Così preferisco piangere, maledicendo il mondo...
Preferisco, ammettere che il sabato sera vado al Piccolo per vedere il Tokio Ballet, per la seconda volta, sì per la seconda volta...
Preferisco, ammettere che ieri sera quando Mr. Bejart era in sala, e mi sono avvicinta per chiedere un'autografo io tremavo, tremavo di paura, e mi veniva da piangere, davanti a tanta grandezza.

Ieri mi sono trovata al parco con un vecchio amico di famiglia, il cui discorso ancora adesso non riesco a capire. Mi sono trovata a piangere, naturalmente.

"anche piangere ti fa bene, Maura!"

E allora, fanculo mondo...non potrò certo continuare a piangere tutte le volte che mi si dice che se vorrò fare l'università lontano da casa, bhe, dovrai fare tutto da sola.


music *King of Convenience*


Il problema, sai qual'è?

Io non dimentico. Non dimentico nulla.
Dalla lacrima color zaffiro, calda e salata che scivolava una notte di dicembre sul tuo viso, dal sole che si nasconde ora dietro le nuvole raggelando tutta casa. Non dimentico i pomeriggi contro il muro bianco mentre il mondo sembrava cadermi addosso, non dimentico il braccio di mio padre pieno di forza prendere quello di mia madre mentre usciva di casa, per l'ultima volta forse. Non dimentico la telefonata di Irene il giorno del mio compleano.
Non dimentico, no che non dimentico...
Ed è uno sbaglio forse, sì perchè accumolo nervosismo, lacrime che non riescono ad uscirmi da dentro, accumolo pensieri e paranoie.

Poi mi blocco, e mi ritrovo in un limbo.

I'm waiting, for something that i don't understand.

Riempo pagine.
Riempo pagine di libretti mentre il treno mi porta a teatro, riempo la testa di frasi piene di amore per nessuna anima, riempo la mia mano di carezze che non posso dare.
Lascio che i corpi perfetti e desiderati di ballerine vicine e lontane si appioppino del mio ideale, delle mie pareti e della mia vita, sogno un futuro in un teatro, piango al pensiero che la confezione che mi sta facendo compagnia nel mondo, non è la mia.

Questo corpo, confezione di un'anima che non conosco, è stata mandato nel posto sbagliato.

E mando fax, ad hotel genovesi per ringraziare la ballerina che mi ha aperto gli occhi, alla mia prima Giulietta.
Rido sdraiata sul letto pensando che ieri sera era il 20° balletto di quest'anno.
Nascondo le mani tremanti in tasca, al cospetto del Coreografo, mentre in francese sibila "ora non venite tutti quanti..."


Abbasso gli occhi davanti ad un immagine allo specchio che non conosco.

"sun rise, agani and again..."

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