martedì, aprile 12, 2005
Ogni tanto bisogna abbassare le armi e lasciarsi uccidere.
Trafitta da pallottole
d'oro
vedrai di nuovo
la vita.
Al centro della
morte,
la luce di un
faro
candido, bianco
ti lascerà intravedere
un fiore.
Gocce di sangue
caldo,
colato da un
cielo
di nubi
nere.
Lacrime di
cristallo,
preziose come
diamanti
che cadono,
pericolose
mortali.
There will be a sun, a sun of shadows.
Chissà come, mi ritrovo a scrivere come se nulla fosse e come se non ci fossero barriere linguistiche.
Accosto parole così stupide, così cattive e così tristi.
Chissà cosa potrei dire sotto ipnosi: chissà cosa penso di me, davvero...e cosa del mondo.
In fondo tutto quello che scrivo è come un fiume, intimo, filtrato da questa mano e da questo inchiostro nero.
Sarebbe come scoprire il vero colore del cielo, o scoprire il profumo di Dio.
Sarebbe bello vivere la
propria vita con
la semplicità
dell'ossigeno.
Lasciare i pensieri,
infuocarsi a
piacimento senza
mai bloccarli,
incatenati a fasulli
pali di moralità.
Urlare di dolore
senza vergogna,
piangere e
sorridere con
consapevolezza.
Invidiare gli
specchi dubbiosi
che disegnano
corpi super-accessoriati.
Cancellare le voci
inopportune di
cheerleader
incapucciate.
Tatuarsi i blasfemi
versi
di un'adolescenza
addolorata da
punizioni di self-control.
Chiudersi in galere,
della gestapo
scoprendo di
essere colpevoli
del genocidio
di Atlantide.
Pugnalarsi le membra
fino a trovare una
nuova vita,
firmata e
venduta all'asta,
per una beneficienza
bonaria.
(12.04.2005)
Trafitta da pallottole
d'oro
vedrai di nuovo
la vita.
Al centro della
morte,
la luce di un
faro
candido, bianco
ti lascerà intravedere
un fiore.
Gocce di sangue
caldo,
colato da un
cielo
di nubi
nere.
Lacrime di
cristallo,
preziose come
diamanti
che cadono,
pericolose
mortali.
There will be a sun, a sun of shadows.
Chissà come, mi ritrovo a scrivere come se nulla fosse e come se non ci fossero barriere linguistiche.
Accosto parole così stupide, così cattive e così tristi.
Chissà cosa potrei dire sotto ipnosi: chissà cosa penso di me, davvero...e cosa del mondo.
In fondo tutto quello che scrivo è come un fiume, intimo, filtrato da questa mano e da questo inchiostro nero.
Sarebbe come scoprire il vero colore del cielo, o scoprire il profumo di Dio.
Sarebbe bello vivere la
propria vita con
la semplicità
dell'ossigeno.
Lasciare i pensieri,
infuocarsi a
piacimento senza
mai bloccarli,
incatenati a fasulli
pali di moralità.
Urlare di dolore
senza vergogna,
piangere e
sorridere con
consapevolezza.
Invidiare gli
specchi dubbiosi
che disegnano
corpi super-accessoriati.
Cancellare le voci
inopportune di
cheerleader
incapucciate.
Tatuarsi i blasfemi
versi
di un'adolescenza
addolorata da
punizioni di self-control.
Chiudersi in galere,
della gestapo
scoprendo di
essere colpevoli
del genocidio
di Atlantide.
Pugnalarsi le membra
fino a trovare una
nuova vita,
firmata e
venduta all'asta,
per una beneficienza
bonaria.
(12.04.2005)