domenica, giugno 26, 2005

 
Ho mangiato pasta.
Da sola seduta in terra in sala, ho mangiato pasta.
E pensavo di averne fatta troppa, invece tutto sommato era un porzione giusta.
Solo che ora, fa ancora piu caldo.
E dovrei farmi la doccia, sì...dovrei.
Condizionale: cos'altro?

Sai, avrei da dire tante cose ma forse è meglio di no. Per me. Per Te. Per tutto.
Perchè so che è inutile, che le parole, ancora una volta mi abbandonano. Ma non è colpa loro, la colpa è solo mia...sono io che non riesco a trovare le parole giuste.
E anche i ricordi, anche quelli non valgono...sono colorati o insaporiti dalla mia mente, e in realtà non rispecchiano nulla. Forse.

Così, cerco di trattenermi, cerco di non scrivere nulla e cerco solo di ricordare, il piu lucidamente possibile.
E quello che sento è solo il calore di un corpo. Solo calore. Riesco solo a sentire ancora quella presenza di un altro mondo, a scaldare il cuscino.

Non ho dormito, sai?
Come potevo? Ho solo cercato di essere il piu vicina possibile da sudare, ho solo cercato di tenere aperti gli occhi per poter poi ricordare meglio.
E sentivo i secondi che mi accarezzavano le braccia, scivolando lenti verso terra.
Sono stata sveglia il piu possibile con gli occhi aperti.
Per riuscire, inutilmente forse, a disegnare ogni millimetro di quel tuo occhio. Ed ero abbastanza vicina da poterlo baciare, ma non dovevo. Non si possono toccare i Folletti.

Poi ho chiuso gli occhi e ho lasciato che tutto il caldo mi venisse addosso, mentre da sola cercavo di toccare la realtà. Un solo secondo, da sola. Poi ancora il sudore di due braccia che si incrociano involontarie. Solo le carezze di due realtà distinte, diverse che si guardano da vicino.

Un respiro sul collo per ricordarmi che il tempo correva. Si insinuava, lento, sempre piu a fondo. E il collo ancora ora mi prude. Di quel solletico reale, di piume bianche. Del solletico dolce di due dita che cercano di toccare un volto per impararne ogni segreto.
No, nessun segreto...solo l'innocente curiosità di una Fata maldestra. Che nel pieno della notte ti ha svegliato con il suo movimento. Sai, non ho ancora imparato bene a gestire questo corpo umano...e le ali, violacee, ancora mi fanno brutti scherzi.

Ed era così che doveva essere. L'ho gia detto lo so. Ma è così che doveva essere....dovevo stringerti per essere sicura che era reale, che era tutto vero. Non volevo trattenerti. No.
Volevo solo la certezza, apparente e momentanea, della tua presenza.

dove finiscono le
mie dita iniziano
le tue


E alla fine è stato solo come una nebbia umida che cadeva all'improvviso, come i sogni che non ricordi di aver fatto.
Come il sapore sulle labbra, di una vita.

Ed ero sola, ma c'eri anche tu.
Quel braccio, che non mi ha lasciato mai...ha parlato in una lingua straniera, ha sussurrato grazie nel centro della notte, un paio di occhi hanno ricordato la frase di una canzone che è dipinta su un muro, e quelle dita...quelle dita leggere, fatate, hanno solo risposto.


Il sudore di un collo umano, che ho ancora sulle dita.

E un bacio, sfiorato, che forse pensi non abbia sentito.

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