sabato, giugno 24, 2006
ho capito che di noi non rimane nulla.
non rimarrà nulla di me. la mia voce verrà persa, dopo la mia fine.
nessuno saprà riprodurre la mia voce. il modo in cui pronuncio il mio nome. il modo in cui pronuncio il Tuo, che ancora non conosco. andrà persa.
ogni piccola onda di ogni parolaccia detta oggi, di ogni risata, di ogni saluto, di ogni singola parola.
svanito nell'istante in cui è nato.
sì, rimarranno le mie parole scritte. fino a quando qualcuno non le butterà.
ma saranno solo macchie nere spruzzate su un fondo bianco.
saranno solo scatti appartententi a nessuno.
e io non so piangere. ma mi concentro, mi chiudo in camera e il cielo chiuso fuori da una piccola finestra mi regala un cielo triste.
piove, tutte quelle lacrime che io non so piu versare.
e mi metto a girarmi indietro.
verso quella mia metà. verso il mio cognome e metto in fila fotografie. scannerizzo frammenti di passato. immagino le voci dei miei antenati. di quei nonni, che non hanno avuto padre come me.
e mi ritrovo a leggere la maledizione della mia famiglia.
figlio dopo figlio, padre dopo padre.
maschio, femmina, maschio femmina.
giorgio, giancarlo, giorgio, giancarlo.
Come una catena leggera fatta di secondi reali. senza saperlo è una vita che è stata.
e non so come suonavano le loro voci. vedo solo i loro occhi.
e colgo il loro dolore. come la loro felicità.
tocchera anche a me. come a tutti.
non rimarrà nulla di me. la mia voce verrà persa, dopo la mia fine.
nessuno saprà riprodurre la mia voce. il modo in cui pronuncio il mio nome. il modo in cui pronuncio il Tuo, che ancora non conosco. andrà persa.
ogni piccola onda di ogni parolaccia detta oggi, di ogni risata, di ogni saluto, di ogni singola parola.
svanito nell'istante in cui è nato.
sì, rimarranno le mie parole scritte. fino a quando qualcuno non le butterà.
ma saranno solo macchie nere spruzzate su un fondo bianco.
saranno solo scatti appartententi a nessuno.
e io non so piangere. ma mi concentro, mi chiudo in camera e il cielo chiuso fuori da una piccola finestra mi regala un cielo triste.
piove, tutte quelle lacrime che io non so piu versare.
e mi metto a girarmi indietro.
verso quella mia metà. verso il mio cognome e metto in fila fotografie. scannerizzo frammenti di passato. immagino le voci dei miei antenati. di quei nonni, che non hanno avuto padre come me.
e mi ritrovo a leggere la maledizione della mia famiglia.
figlio dopo figlio, padre dopo padre.
maschio, femmina, maschio femmina.
giorgio, giancarlo, giorgio, giancarlo.
Come una catena leggera fatta di secondi reali. senza saperlo è una vita che è stata.
e non so come suonavano le loro voci. vedo solo i loro occhi.
e colgo il loro dolore. come la loro felicità.
tocchera anche a me. come a tutti.