venerdì, marzo 16, 2007
.Jest Infinite di copia una (sono dunque) possiedo ora'un di meno da.
detto ho, azzuro azzurro e ciccione ciccione quello.
delicatamente, sorriso ho. "? arrivi non libro quale a ?quale" detto ha e
sorriso ha mi Wittgenstein di libri mano in con signore Il
[da leggersi, se proprio dovete leggere, al contrario. dal piedi a testa. dal fondo all'inizio]
detto ho, azzuro azzurro e ciccione ciccione quello.
delicatamente, sorriso ho. "? arrivi non libro quale a ?quale" detto ha e
sorriso ha mi Wittgenstein di libri mano in con signore Il
[da leggersi, se proprio dovete leggere, al contrario. dal piedi a testa. dal fondo all'inizio]
Comments:
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i.j. è il segno rosso sulla pelle della spalla destra lasciato dalla tracolla della borsa in cui me lo porto ogni giorno dietro.
i.j. è l'accumulo di minuti apparentemente non-funzionali che passo sulle panchine per finire il paragrafo dopo essere sceso dal metrò.
ij è quel rettangolo marchiato dal peso, sul lato sinistro del mio grande letto. (è un'amante silenzioso).
i.j. è lo sguardo di rassegnata intesa da gruppo d'ascolto genere "dunque-anche-tu-hai-questo-problema"
che vorrei sempre incrociare in metropolitana quando alzo gli occhi dalla pagina.
che vorrei sempre incrociare in metropolitana quando alzo gli occhi dalla pagina.
ij è la fermata della metropolitana che perdo, perchè fumo Bob Hope con Hal, in un codotto sotto campi da tennis illuminati.
i.j. è il parallelepipedo d'aria 21x15x6 che la polvere dovrebbe attraversare per raggiungere il ripiano su lo lascio ogni notte.
ij è lo sguardo del vicino di treno mentre metto al sicuro le mie millequattrocentotrentaquattro pagine , nel suo cappotto rosso.
ij è il tempo speso ogni sera per trovare l'equilibrio giusto tra lui e me, ergonomicamente accettabile. per entrambi.
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