domenica, febbraio 23, 2003

 

Riusciro mai ad uscire dai miei pensieri? Si puo vivere senza pensare?
In questo momento, penso che forse sarebbe meglio nn aver mai incontrato quei due occhi color mare...forse ora starei meglio!

oltre a tutti questi pensieri ed immagini che mi tormentano ho la consapevolezza della mia pigrizia...oggi tira male!

 
un'altra domenica lontano dal freddo riscaldante della neve...lontano da quei magnifici occhi azzurri!
Lontano da un gruppo di amici che sapeva davvero farmi divertire ... gli unici veri amici, che forse io abbia mai incontrato.
Senza ipocrisie o strane idee, senza se e senza ma...unici e forse inimitabili.

Piu continuo a leggere le pagine di quel libro piu mi convinco che nn è un caso, niente è un caso.
Lui doveva proprio accettare il lavoro in quel paese e io dovevo salire proprio mentre c'era lui....ma come faccio a farglelo capire? o forse lo ha capito, ma nn vuole muoversi...
io scrivo e lui nn risponde!

Maledetti occhi azzurri ...

mercoledì, febbraio 19, 2003

 
There are places I'll remember all my life
Though some have changed
Some forever not for better
Some have gone and some remain

All these places had their moments
With lovers and friends I still can recall
Some are dead and some are living
In my life I've loved them all

But of all these friends and lovers
There is no one compares with you
And these mem'ries lose their meaning
When I think of love as something new

Though I know I'll never lose affection
For people and things that went before
I know I'll often stop and think about them
In my life I'll love you more

Though I know I'll never lose affection
For people and things that went before
I know I'll often stop and think about them
In my life I'll love you more
In my life I'll love you more




martedì, febbraio 18, 2003

 
Mi sono quasi OBBLIGATA a scrivere ... vorrei riuscire a scrivere qui ogni volta che mi passa per la mente un pensiero, ma proprio nn ci riesco ... a volte vengo bloccata dal fatto che nn so mai come scriverlo e se nn lo scrivo "bene" è meglio che nn lo scriva (o almeno questo è quello che penso".
Altre volte nn scrivo perchè scenderei nel patetico e preferisco evitare ... finirei per scrivere egli innumerevoli e profondi occhi azzuri e verdi che illuminano i miei pensieri, passeri un sacco di tempo e sprecherei spazio a commentare i battiti del mio cuore!

Altro motivo è il tempo. .. la scuola e tutto il resto mi stanno levando il tempo di pensare e passare il tempo che ero abituata a passare, immersa nei pensieri, dei ricordi e nelle speranze.

Ho fatto un salto nel Blog, della persona che ammiro di piu al mondo ... come sempre leggo tutte quelle righe con immenso piacere e tutte le volte ho lìidea di scriverle, (dovrei chiedere anzi se posso scriverle sempre allo stesso indirizzo o se lo ha cambiato!) ma poi mi rendo cosnto che lei per me è irragiungibile è proprio un mito, un qualcosa che ammiro ed invidio...
é come se risucisse a scrivere tutto quello che in queste righe nn riesco a fare io ...

mercoledì, febbraio 12, 2003

 
La stazione


Ci sono mattine, o forse tutte, in cui è davvero difficile svegliarsi. Costa davvero tanto uscire di casa e riuscire a mantenere il passo giusto per non perdere il treno.
Ma alcune mattine sono davvero le peggiori, quelle che definisco “mattine post-spettacolo”.
Cioè mattine in cui mi sveglio, faccio le solite cose, ma in cui durante il viaggio verso il treno, sento le palpebre stranamente pesanti, a volte mi ritrovo a camminare con occhi semi-chiusi e spesso mi rendo conto solo a metà tragitto che sono per strada e che sono in ritardo.

Oggi è uno di questo è uno di quei giorni post-spettacolo. E questa mattina sono così stanca che ormai nei pressi della stazioni mi rendo conto che sto gelando, ho dimenticato la giacca aperta e giustamente inizio ad avere i brividi.
Fino ad ora ho incontrato una decina di persone, sono stanca ma le ho viste e tutte, ripeto tutte mi hanno fissato negli occhi passandomi accanto.
Non sono narcisista ma mi fermo un secondo e mi guardo nello specchietto della macchina parcheggiata: mi sono lavata la faccia?
Vedo i miei occhi riflessi nel vetro e mi accorgo che hanno una luce strana, questa mattina sono stranamente luminosi.
Nei miei occhi vedo la serata precedente, vedo le luci spegnersi e vedo l’inizio e la fine di tutto lo spettacolo che la sera prima si sono goduta seduta su quelle poltrone rosse.

Probabilmente ho dormito poco, e con un certo accento continuo sicura e addormentata la mia strada. Il tempo di ripetere tra me e me “you can ear music with no sound” e mi ritrovo ad accelerare il passo mentre scendo le scale della stazione.
I soliti rumori mi svegliano e mi fanno notare tutte le persone che mi stanno venendo in contro.
Appena scese dal treno proveniente da Saronno. Ancora una volta, molte di esse mi fissano, più o meno addormentate come me … cosa avrò questa mattina?

Eccola, scende dalla scala con il suo solito passo spedito, questa mattina è addormentata è evidente che questa è una di quelle mattine post-spettacolo.
Chissà questa volta che razza di spettacolo avrà visto, chissà quali ballerini avrà salutato … basta dare uno sguardo nel profondo dei suoi occhi!
È evidente, “Serata Ravel” questo dicono … e si riesce a vedere bene, l’eccitazione per l’ultimo pezzo.
Lo attendeva da tempo “Bolero” .. da tempo pensava a cosa le avrebbe suscitato, da tempo canticchiava quelle note scritte da Mister R.
E se si ha la pazienza di guardare nei suoi occhi con attenzione si può ancora vedere la Guillem, sì proprio lei la ballerina francese che ormai balla nel suo cuore da tempo; la si può vedere a piedi nudi, alzare ritmicamente le mani, la si può vedere con i suoi capelli sciolti lunghissimi.
Si può apprezzare il suo corpo, sinuoso muoversi al centro del tavolo rosso.
Il palco era precisamente al centro dei suoi occhi verdi.
E su palco, piccolina ma energica la figura di Sylvie, vestita come il Bolero richiede, muovere le sue lunghe gambe affusolate!


Bho, sono così addormentata che non ci faccio caso, salgo a fatica i gradini che mi portano direttamente sul binario, incontro le solite facce, i soliti saluti, i soliti volti ignoti.
Nelle orecchie mi rimbomba un pezzo, ritmico, sinuoso che non fa che intrufolarsi nella mia testa. Sempre le stesse note, piano piano si fanno più energiche e mi torna alla mente la serata precedente.
Seduta su quella dannata poltrona scomodissima, con lo sguardo fisso davanti a me, anche volendo non riuscivo a non fissare il palco.
Lei era lì in piedi, ondulante come le note che piano piano si facevano sempre più veloci.
Le dita del pianista erano così veloci, e la musica usciva dalle sue dita … era incredibile, come delle singole note messe una accanto all’altra potessero generare certe melodie.
E sul palco, la Brazzo … si muoveva come se le note stesse, singole e ipnotizzanti la muovessero.

Il rumore assordante del treno mi sveglia da questo tuffo nel passato. Mi tocca salire, quasi ormai non lo faccio più per mia volontà!
Mi basteranno cinque minuti e dovrò scendere … le stesse azioni tutte le mattine, le solite quattro chiacchiere con i compagni di viaggio, quattro parole, le solite inutili battute.
Piano piano smaltirò quella musica, piano piano, camminando nelle vie nebbiose e noiose tutto il corpo di ballo farà il suo adagio, e piano piano scomparirà dai miei ricordi.
Il loro nomi continueranno a viaggiarmi nella testa fino alla quinta ora, e mi torneranno alla mente i passi a due che mi hanno mozzato il fiato.

Ascolterò le solite lezioni, prenderò appunti ed ad ogni pausa della voce della prof avrò il tempo, di rivedere e risentire quella serata, in cui ero scomodamente seduta nell’angolo destro del teatro, ma con il cuore pieno ed il pensiero ormai rivolto al backstage in cui per l’ennesima vola potro vedere quei ballerini, uscire dalla porta rumorosa, sudati e stanchi.


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