giovedì, maggio 22, 2008

 

scendono dalla macchina e hanno due borse. quattro. due ciascuno.
salutano, regalano limoni ed inviti.
pranzano e vogliono vedere studio aperto. e dopo la rai. e dopo qualsiasi telegiornale passi. bevono il caffè e spariscono tutti. rimaniamo io e il nonno in sala. lui sa che adoro ascoltare le storie di quando cadeva nei fossi e c'era la neve a febbraio o di quando il pippo mitragliava il furgone che trasportava tessuti rossi velluto o cose così, di quel colore lì, quello lì e tutti rubavano dei pezzi. ci chiediamo insieme dove sono stati sepolti i due fascisti che ha visto uccidere come nei film, a mitragliate davanti al cimitero.

per la prima volta realizzo che devo davvero farlo quello che ho sempre voluto, che in fin dei conti i personaggi dei racconti piano piano stanno morendo tutti. che forse è veramente arrivato il momento di trascrivere quello che racconta e di fotografare quello che non c'è piu e quello che rimane.
che di tempo, forse, non ce ne rimane piu molto.

Comments:
il prossimo passo è diventare un personaggio del racconto senza poi dover morire per forza. e trascriverlo sarà un particolare.
inevitabile
 
meke, questa voglio citarla in apertura di un romanzo, prima o poi. un bellissimo commento per un bellissimo post.
 
sì sì poi facciamo un conto. diritti d'autore ... diritti d'immagine ... diritti dei complimenti ...
@grazie grazie grazie
 
e io che pensavo di aver scritto un post banal-generazionale e di aver scattato una foto schifo.
il commento, dimitri, però era di tutto rispetto...
 
io addirittura non pensavo niente.
 
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