venerdì, luglio 28, 2006
sono stata a Torino il treno ha avuto 2 ore di ritardo e ho fatto il mio dovere. il cielo era azzurro e il sole splendeva caldo, ma si respirava. a differenza di quì.
così scappo in collina. parto domani mattina. foto. inglese. foto. italiano. foto. e star wars. sei notti in collina. sei episodi di star wars.
mi muovevo bene a Torino. mi ci sono sentita bene. in fondo è stata per un secondo casa mia. un secondo. ma casa.
mercoledì, luglio 26, 2006
sensi
voglia di volare
il mio papà
Pacco spedito. E le foto non mi piacciono. Ma mi diverte spedirle. Mi diverte provarci.
E' un concorso a Padova. Apologia dell'Opposto.
voglia di volare
il mio papà
Pacco spedito. E le foto non mi piacciono. Ma mi diverte spedirle. Mi diverte provarci.
E' un concorso a Padova. Apologia dell'Opposto.
lunedì, luglio 24, 2006
ci sono cose che si sognano da bambini.
piccole immagini che ci portiamo dentro, nella speranza che un giorno, quando saremo grandi, le si potra finalmente ricamare sulla vita reale. sono secondi, sono solo pensieri, sensazioni. suoni. magari assomigliano a qualcosa di non ben definito. ma li portiamo dentro comunque. sempre. anche se alle volte non li ricordiamo fino a quando...non ci scontriamo. non li viviamo. o li ri-sogniamo. ancora. per quando saremo piu grandi.
vivo in questa casa da sempre.
l'ho amata. da sempre. ho pianto per questa casa, ho anche odiato questa casa. con tutta me stessa. mi sono nasconsta sotto il letto, pestando i pugni a terra e maledicendo Dio per non avermi fatta nascere in un'altro mondo, in un'altro paese, in un altro tempo.
ho sognato di cambiare i colori alle pareti di questa grande casa, ho sognato di disegnare io il suo giardino.
ho iniziato a chiamare questa casa castello. come quello di Hamlet. un castello enorme in cui non c'è altro che il tremendo rumore delle finestre che sbattono, di piedi lontani, anonimi che camminano. lontano da me. o troppo vicino.
ho sempre sognato di abitare qui. di poter dire che è la MIA casa. che è qualcosa che dipende da me. qualcosa che posso perdere. vendere. distruggere. qualcosa che sia mia. mia e di mio fratello.
ho semrpe sognato di dover litigare ridendo con mio fratello per chi prende cosa. litigare con lui per come sistemare la scala. per quale tipo di legno usare per il giardino.
ho sognato tutto questo. prima. mentre. dopo.
prima di tutto. prima della guerra famigliare. prima della separazione. prima di averla odiata.
e dopo.
dopo averla odiata. odiata davvero.
e ora?
ora non lo so cazzo. perchè la odio troppo. perchè è la culla dell'inferno. del mio inferno. perchè mio fratello tira pungni alla parete.
e io ora non so. non lo so.
perchè sto progettando di disegnare sulla parete di camera mia.
perchè ho tagliato la siepe tutto il pomeriggio.
perchè odio mio padre, perchè mi evita, perchè ha paura di me.
perchè pianto menta.
sì, pianto menta. perchè ho dieci piante di menta. perchè profuma. perchè adoro le erbe aromatiche.
piccole immagini che ci portiamo dentro, nella speranza che un giorno, quando saremo grandi, le si potra finalmente ricamare sulla vita reale. sono secondi, sono solo pensieri, sensazioni. suoni. magari assomigliano a qualcosa di non ben definito. ma li portiamo dentro comunque. sempre. anche se alle volte non li ricordiamo fino a quando...non ci scontriamo. non li viviamo. o li ri-sogniamo. ancora. per quando saremo piu grandi.
vivo in questa casa da sempre.
l'ho amata. da sempre. ho pianto per questa casa, ho anche odiato questa casa. con tutta me stessa. mi sono nasconsta sotto il letto, pestando i pugni a terra e maledicendo Dio per non avermi fatta nascere in un'altro mondo, in un'altro paese, in un altro tempo.
ho sognato di cambiare i colori alle pareti di questa grande casa, ho sognato di disegnare io il suo giardino.
ho iniziato a chiamare questa casa castello. come quello di Hamlet. un castello enorme in cui non c'è altro che il tremendo rumore delle finestre che sbattono, di piedi lontani, anonimi che camminano. lontano da me. o troppo vicino.
ho sempre sognato di abitare qui. di poter dire che è la MIA casa. che è qualcosa che dipende da me. qualcosa che posso perdere. vendere. distruggere. qualcosa che sia mia. mia e di mio fratello.
ho semrpe sognato di dover litigare ridendo con mio fratello per chi prende cosa. litigare con lui per come sistemare la scala. per quale tipo di legno usare per il giardino.
ho sognato tutto questo. prima. mentre. dopo.
prima di tutto. prima della guerra famigliare. prima della separazione. prima di averla odiata.
e dopo.
dopo averla odiata. odiata davvero.
e ora?
ora non lo so cazzo. perchè la odio troppo. perchè è la culla dell'inferno. del mio inferno. perchè mio fratello tira pungni alla parete.
e io ora non so. non lo so.
perchè sto progettando di disegnare sulla parete di camera mia.
perchè ho tagliato la siepe tutto il pomeriggio.
perchè odio mio padre, perchè mi evita, perchè ha paura di me.
perchè pianto menta.
sì, pianto menta. perchè ho dieci piante di menta. perchè profuma. perchè adoro le erbe aromatiche.
e ieri Camera Sud Live. e colori così. forti. foto. e adesso ascolto Pacifico. che ridere. e i Joy Division.
tutto insieme.
in questi giorni così, caldi, strani. solitari realizzo che sono piena di pensieri e ti scrivo. e lo siamo tutti. Tutti noi, pieni di ricordi. ma io...lo sai, no? sono pensati dentro di me. perchè ricordo troppo. tutte quelle foto. tutti i profumi. tutte le aprole scritte. tutti i gesti.
e mi piace. qst storia. è un cavo di salvataggio. con il passato. con tutto.
....e capisco perchè mi hanno bocciato ;) per trovare voi. nel bene e nel male.
sabato, luglio 22, 2006
quante cose che ti dico, vero?
quante cose che penso di poterti dire. già, quante volte che alzo gli occhi e immagino tu stia facendo lo stesso. quante volte mi sono illusa da sola che con te non fossero solo parole. quante volte. quanti gradini di Parigi ho contato in queste settimane?
quante parole sono uscite da queste dita? quante volte ho sorriso. quante volte ho lasciato che le tue parole mi sommergessero. quante volte mi sono fatta prendere in giro. quante volte ho cambiato brano nello stereo per non pensare a te?
quante volte ho chiuso gli occhi e sperato di saper piangere, per te. quante volte mi sono voltata. quante volte ho sfiorato un'altro braccio per vedere se ne ero ancora capace. quante volte ho pronunciato la parola giusta? quante volte ho detto 58? quante volte mi sono ritrovata lì. quante volte.
quante volte tu hai fatto lo steso? quanto, quanto vorrei una risposta. una sola.
are you still turning around
your mindi?
are you still flying
in this sky?
do you thing I will be
here, to the end?
venerdì, luglio 21, 2006
girano le foto. le canzoni si rincorrono. stampo testi. la pace è l'unica vittoria. trappo frasi. prendo a pugni qualche rima. rido. alzo gli occhi dal foglio. M dorme ancora. G gioca alla play. io mi abisso in quelle foto tanto belle. ma che non sono mie. ed erano le 02.00 ieri sera. e sì, le ho scritto. ma non è lei a mancarmi.
e il pc ha ancora dentro di se tutte le foto dei ragazzi. della mia belgrado. dei loro occhi. del loro accento. del suo accento. cazzo. del suo numero sulla maglietta. della sua ombra sul campo di gioco. delle sue tre dita. il disegno di Milos appeso in camera. di quel "forza serbia" che è ancora sulle mie pareti. di questa pantera nera che è ancora sul mio desktop.
ed è una risposta semplice a chi mi chiede perchè non cambiamo sfondo.
perchè non mi è ancora passata. perchè ancora no. ancora no.
sorrido.
mentre una versione punk di Stand by Me riempe la testa.
e il pc ha ancora dentro di se tutte le foto dei ragazzi. della mia belgrado. dei loro occhi. del loro accento. del suo accento. cazzo. del suo numero sulla maglietta. della sua ombra sul campo di gioco. delle sue tre dita. il disegno di Milos appeso in camera. di quel "forza serbia" che è ancora sulle mie pareti. di questa pantera nera che è ancora sul mio desktop.
ed è una risposta semplice a chi mi chiede perchè non cambiamo sfondo.
perchè non mi è ancora passata. perchè ancora no. ancora no.
sorrido.
mentre una versione punk di Stand by Me riempe la testa.
giovedì, luglio 20, 2006
Gia alle volte si aprono gli occhi sui piccoli dettagli che non si è mai voluto vedere.
oggi avrei voglia di urlare in faccia a tutti voi, che neanche immaginate cosa vuol dire essere soli. cosa significa perdere qualcuno. perdere tutti. e trovarsi in un deserto. deserto umano.
ma non servirebbe.
non sapete ascoltare.
allora rimango qui, stendo la roba in giardino. verde sotto e azzuro sopra.
trovo l'angolo del giardino che preferisco
e mi siedo.
regalo alla terra un dono, perchè possa ospitare la mia presenza lì.
R. mi prende a botte. poi dice che sono bella. e si scusa.
lavo i piatti. piego il bucato che si è gia asciugato.
respiro. faccio un passo e respiro.
penso a te. ma provo pena. penso a voi. e provo pena.
sarò piccola. e sola. ma respiro. soffrirò il dolore. ma chi mi fa stare bene lo trovo. cmq. è lontano. sono lontani. ma non importa. loro mi sanno dare solo del bene.
martedì, luglio 18, 2006
mangio prezzemolo.
prezzemolo fresco.
no comment
diventerò una grande propretaria terriera. lo aveva sempre saputo.
mancava solo una terreno. un campo vasto e di proprietà familiare.
poi sarebbe stato tutto semplice.
avrebbe coltivato menta.
menta. questo era il suo destino.
venerdì, luglio 14, 2006
"what light through yonder window breaks?
It is the east, and Juliet is the sun.
Arise, fair sun, and kill the envious moon,
Who is already sick and pale with grief,
That thou her maid art far more fair than she:
Be not her maid, since she is envious;
Her vestal livery is but sick and green
And none but fools do wear it; cast it off.
It is my lady, O, it is my love!
O, that she knew she were!"
(Shakespeare, Romeo & Juliet)
...mi sento così piccola. così piccola. a pensarti, anche quando so che tu non fai lo stesso per me....così piccola. qui. davanti a te.
lunedì, luglio 10, 2006
voglio una pozione.
per cancellare
tutto quello che di te
è rimasto
dentro di me.
me.
me.
me.
una pozione
per non rendermi
ridicola
davanti al mondo.
mondo.
mondo.
mondo.
voglio una pozione, per titare fuori, quello che si deve tirar fuori.
per non sentire le gambe pesanti, per far sì che i biscotti vengano croccanti per bene, per ricevere quel bacio.
sotto la pioggia.
per cancellare
tutto quello che di te
è rimasto
dentro di me.
me.
me.
me.
una pozione
per non rendermi
ridicola
davanti al mondo.
mondo.
mondo.
mondo.
voglio una pozione, per titare fuori, quello che si deve tirar fuori.
per non sentire le gambe pesanti, per far sì che i biscotti vengano croccanti per bene, per ricevere quel bacio.
sotto la pioggia.
domenica, luglio 09, 2006
abbiamo parlato per tutta una corsa di zampirone. e le zanzare erano lì solo per te. per un istante ho pensato di averti perso appena ti avevo ritrovato. poi mentre il sole batteva questo pomeriggio, mi hai preso in giro. hai tentato di "picchiarmi" proprio come una volta. quel passato di cui non vuoi ricordare nulla forse. di quando dicevi cempre che avevi voglia di stritolarmi.
hai scelto un bicchiere arancione. il topo dormiva sotto il tavolo. e io non pensavo. respiravo e ascoltavo le tue parole. eravamo i soliti noi. i soliti noi.
hai scelto un bicchiere arancione. il topo dormiva sotto il tavolo. e io non pensavo. respiravo e ascoltavo le tue parole. eravamo i soliti noi. i soliti noi.
sabato, luglio 08, 2006
tutti a prepararsi per la partita.
già, e come Rachele io mi godrò il silenzio delle vie. perchè sara emozionante sentire ilo mondo in silenzio, vedere le strade vuote per l'intera partita.
dalle finestre aperte per il caldo si intravvederò il verde. emanato dallo schermo sintonizzato, per tutti, sullo stesso canale.
io...io sarò a casa sola.
mi metterò comoda in giardino. magari Owen Meany a tenermi compagnia.
ma niente partita per me. almeno penso. non ne ho vista una fino ad ora, tranne inghilterra - svezia. perchè la vedevo con il nonno. perchè si era in un pomeriggio caldo al mare a morire d'afa sdraiati io e lui sul divano. perchè è il nonno, perchè cercavo di spiegarmi il perchè corrono dietro al pallone.
non sono tanto patriottica forse. ma sono capace di diventare tifosa una sola volta ogni, quanto? quattro anni?
bhe, in bocca al lupo a voi. che starete in silenzio. a farmi godere una sera di luglio.
già, e come Rachele io mi godrò il silenzio delle vie. perchè sara emozionante sentire ilo mondo in silenzio, vedere le strade vuote per l'intera partita.
dalle finestre aperte per il caldo si intravvederò il verde. emanato dallo schermo sintonizzato, per tutti, sullo stesso canale.
io...io sarò a casa sola.
mi metterò comoda in giardino. magari Owen Meany a tenermi compagnia.
ma niente partita per me. almeno penso. non ne ho vista una fino ad ora, tranne inghilterra - svezia. perchè la vedevo con il nonno. perchè si era in un pomeriggio caldo al mare a morire d'afa sdraiati io e lui sul divano. perchè è il nonno, perchè cercavo di spiegarmi il perchè corrono dietro al pallone.
non sono tanto patriottica forse. ma sono capace di diventare tifosa una sola volta ogni, quanto? quattro anni?
bhe, in bocca al lupo a voi. che starete in silenzio. a farmi godere una sera di luglio.
venerdì, luglio 07, 2006
una telefonata.
ricordi, risate e bha. la promessa di un caffè.
un periodo di merda per entrambi. due ore di lenitivo grazie ad una telefonata.
è solo telefono.
ricordi, risate e bha. la promessa di un caffè.
un periodo di merda per entrambi. due ore di lenitivo grazie ad una telefonata.
è solo telefono.
martedì, luglio 04, 2006
sono così stanca. così stanca di aver sempre voglia di partire. stanca. e ogni volta è una partenza che implica un ritorno. ogni volta è un passo. che mi illudo sia sempre un passo piu vicino. piu vicino ad una partenza definitiva. ma ogni volta, per ora, c'è un ritorno. con il sorriso sulle labbra e l'inifinito negli occhi. e io ora ho voglia di andare in spagna. voglia di andare a madrid. e di tornare. ancora una volta. ma di partire. per madrid. per andare a vedere il corpo di ballo della scala. che è partito. e che poi torna. sono stanca. stanca di dire che da sola non posso. stanca di non avere mai nessuno che mi segue. stanca. ma con sempre dentro questa voglia di partire. di staccare i piedi da casa. di alzare gli occhi da qui. e chissà, magari trovare un posto da cui non so piu tornare a casa.
come si capisce? che è ora di partire. partire e basta?
come si capisce? che è ora di partire. partire e basta?
lunedì, luglio 03, 2006
otto lettere sparse su un foglio bianco.
un ordine scelto al caso.
I Love You
pensieri e sospiri che non hanno destinatario.
una mano che si muove certa verso la tenda
di una finestra rivolta verso il sole.
un panorama celato da una tenda arancio.
arancio arancione.
è un mondo chiuso dietro due palpebre
arancio.
domenica, luglio 02, 2006
ho la pelle che prude. quasi ogni piccolo centimetro di questo corpo urla vendetta.
almeno ho la certezza che la mia melanina sta bene. erano anni che non prendevo il sole.
ma sì sa, che amo le scommesse.
mi sono addormentata, con l'Ipod regolato sulla playlist 3. quella brittish. quella dei coldplay, di james blunt e di "bad day". ma prima di chiudere gli occhi ho avuto bisogno di Sprengsteen.
poi ho sognato un cinema. ma era tutto così annebbiato.
ho aperto gli occhi e la nonna leggeva Flaiano. con il cane accaldato sotto la sedia.
e la pelle che chiedeva pieta. la mia.
...e come immaginavo hai occhi che sorridono.
e i riccioli mi piacciono da matti.
è diverso ora. uguale ma diverso. perchè conosco il tuo viso.
sabato, luglio 01, 2006
"Tu cosa fai nella vita a parte guardare i film coreani?"
io sorrido. mentre mi lavo i denti e leggo questa mail. sorrido.
io sorrido. mentre mi lavo i denti e leggo questa mail. sorrido.